SM ESCLUSIVO – “Mi avete portato fortuna!”

I primi squilli prima di una divertente intervista telefonica sono sempre i più difficili, in pochi secondi si cambia la versione della propria presentazione almeno 5/6 volte. Ma se dall’altra parte della cornetta c’è Tiziano Crudeli non esiste motivo alcuno per imbarazzarsi.

Buonasera Sig. Crudeli. Ci eravamo sentiti in occasione del Derby e ci eravamo ripromessi di fare il bis qualora il campionato fosse finito come speravamo. Ora che siamo ufficialmente Campioni d’Italia eccomi qui, non mi sono dimenticata!
Buonasera cara signorina! Ha idea di quante persone mi contattano tutti i giorni? Dovrò fingere di ricordarmi tutta la telefonata per non sembrarle scortese. Sarà l’età…

Non si preoccupi, fingiamo di sentirci per la prima volta, allora. Cosi io stessa cercherò di farle un intervista migliore questa volta. Dicevo, abbiamo conquistato il diciottesimo scudetto. Qual è il trofeo che lei ricorda con maggior commozione?
Si vive in tempi diversi, si vivono situazioni completamente diverse fra loro. Ogni scudetto mi ricorda qualcosa, anche a seconda di quello che ho vissuto a livello personale di anno in anno. Detto questo, ritengo che quello che ho vissuto con più tensione e che quindi mi ha regalato maggiori soddisfazioni sia indubbiamente quello in cui abbiamo recuperato sette punti sulla Lazio. Momenti magici, signorina…

Per quanto riguarda invece questa stuzzicante stagione di mercato, cosa ne pensa di tutti i nomi che si stanno facendo, Hamsik o Pastore per esempio?
A prescindere dai nomi io penso che al Milan manchino due centrocampisti forti, un trequartista e una punta di ruolo. Mexes e Taiwo sono già rossoneri quindi il reparto arretrato mi soddisfa. Ma per competere in Europa ci vorrà molto di più, ha visto le ultime partite del Barcellona?

Sig. Crudeli, non mi vorrà mica rubare il ruolo?
Mi scusi, ha ragione le domande le fa lei! Continui pure…

Qualora se ne dovessero andare pilastri importanti come sta succedendo per Pirlo, come la prenderebbe?
Purtroppo con il trascorrere del tempo sono stato costretto a ridimensionare molto la mia passione, a far parlare meno il cuore. Sono stato molto deluso, prima da Sheva e poi da Kakà che ritengo uomini fantastici ed intelligenti. Ma vedere Sheva che due giorni dopo la cessione bacia la maglia del Chelsea è stato un duro colpo per il mio maltrattato cuore di tifoso. Vede, noi idolatriamo i giocatori ma quello che dobbiamo accettare è che le squadre non si ricostruiscono, si dimentica in fretta e i giocatori devono seguire quelli che sono i loro interessi. Quindi, qualora se ne dovessero andare anche tutti i pilastri rossoneri, io li saluterò con un enorme rispetto, ringraziandoli per tutto quello che mi hanno fatto vivere ma finirebbe li. I giocatori vanno e vengono, il Milan resta

E’ quasi riuscito a farmi commuovere, ma ha ragione. A proposito di Kakà, sebbene si sia già parlato dei problemi fiscali che lo legano al Real Madrid e sebbene lui stesso abbia dichiarato di avere il Milan nel cuore ma di voler restare in Spagna, cosa ne pensa se mai dovesse tornare a Milano?
Ricky è straordinario. E come le dicevo se dovessi far parlare il cuore lo riprenderei io stesso. Ma non credo più molto nei grandi ritorni, i ricongiungimenti stile ‘C’è posta per te’ non trovano spazio nel mondo del pallone. Qualcuno ha ipotizzato addirittura uno scambio Ibra-Kakà. Ecco, sarebbe inutile. Ibra è una punta, Kakà gioca come punta ma può partire dal centrocampo. In realtà hanno due ruoli ben diversi. L’ex 22 non ci servirebbe e in ogni caso Mourinho non lo svincolerebbe mai per il Milan!

Spente le speranze di molti tifosi. Ma anche in questo caso mi trova d’accordo. La ringrazio molto. Questa volta si ricordi delle telefonata mi raccomando, non c’è due senza tre.
Me ne ricorderò… Se lei, signorina, si deciderà a darmi del tu!“.

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