SM ESCLUSIVO – Denti: “A gennaio arriva…”

E’ uno dei volti noti di Telelombardia. E’ uno dei più competenti aneddotici cinematografici in circolazione. E, soprattutto, è un grande tifoso rossonero. Parliamo di Joe Denti. Approfittando della sua immensa disponibilità, della sua simpatia e, soprattutto, della sua fede calcistica, a poche ore dal derby del mondo, gli abbiamo chiesto di raccontarci le sue sensazioni. E abbiamo scoperto che…

Carissimo Joe, pensi che l’incontro di questa sera, avendo le due squadre già ottenuto il pass per il prossimo turno, valga esclusivamente per il prestigio, o ritieni che, tra vincere il girone e accontentarsi del secondo posto, ci sia una notevole differenza?
Innanzitutto, saluto tutto il popolo rossonero. Sai, il risultato e il primo posto non mi preoccupano. Io voglio un Milan spettacolare, che sappia accontentare il suo pubblico. Abbiamo un gioco dinamico e mnemonico, i risultati  sono dietro l’angolo. Il nostro gioco è paragonabile a quello del Barça. La delusione per il pareggio contro la Fiorentina non deve togliere nulla allo spettacolo. Il Milan, oggi come oggi, non è solo una delle squadre più forti del nostro campionato, ma può anche affrontare la Champions League a testa alta.

Come potrebbe il Milan fare in modo che “l’invincibile armada” catalana faccia la fine del Titanic?
Eh, mio caro, come fece il duca di Wellington a Waterloo. Sapendo di avere davanti l’armata napoleonica e sapendo che Napoleone gestiva il più grande esercito europeo. Dobbiamo affrontarli con le loro stesse armi. Bisogna entrare in campo e non soffrire il gioco tic e tac del Barcellona e, soprattutto, giocare come gioca il Barcellona. Dobbiamo imitare quel gioco, che, a volte, dà anche fastidio. Se ci chiudiamo, facciamo il gioco del Barcellona. La mossa di Allegri dovrà essere quella di affrontare il Barcellona con la loro stessa tecnica.

Quale nostro effettivo potrebbe costituire l’ago della bilancia? Non apparterrai alla corrente secondo cui Ibrahimovic, nei big match di Champions, scompare… Se sì, perché secondo te succede così?
L’ago della bilancia è come il corpo umano: è il cuore. Il centrocampo è fondamentale. I nostri centrocampisti non dovranno solo bloccare, detto in gergo bellico, l’avanzata dei catalani, ma dovranno anche riuscire ad impostare. Dobbiamo poi puntare su gente come Abate, che mi ricorda molto Pancaro, in quanto sta diventando veramente affidabile. Nel Milan, comunque, può segnare chiunque: noi non abbiamo, effettivamente, un goleador. Ibra, nella posizione ricoperta a Firenze, potrebbe essere l’uomo assist fondamentale. Quella di Ibra è una maledizione dovuta a coincidenze sfortunate, l’importante è che lui faccia segnare. Io rispetto molto Ibra, lo ammiro come giocatore, pur avendo qualche dubbio sull’uomo Ibra. Nel senso, se dovessi consigliare a mio figlio se leggere la biografia di Zlatan o quella di Marlon Brando, gli direi di leggere quest’ultima. Ibra, a differenza di Maldini, Baresi e lo stesso Gattuso, non avrà mai il sangue rossonero, è un buon mercenario che abbiamo al nostro soldo.

Capitolo mercato: l’arrivo, a gennaio di un centrocampista e di una punta sembra scontato, soprattutto quest’ultimo. Sapresti dirmi quali siano i due veri obiettivi? In ogni caso, chi vorresti arrivasse?
Questa è una domanda un po’ peperina, visto che io posso dare con tutta sicurezza anche qualche nominativo, visti i contatti che ho. In ogni caso, potrei essere smentito…
Gli obiettivi sono Casemiro e, visto che il Milan sta cercando di diventare sempre più “italiano”, un giocatore della Fiorentina, che fa gola anche alla Juventus. Insomma, gioca nella Fiorentina ed è richiesto sia dalla Juventus che dal Milan. Io preferirei, però, venisse al Milan. Chi vuole intendere intenda!

Ho la sensazione che tu voglia dirmi altro a tal proposito…
Sì, in effetti vorrei, se me lo concedi, sfatare un tabù. Ti assicuro: Inzaghi non è in partenza. Lo si capisce dal volto. Se volesse andarsene, non avrebbe quella faccia allegra che aveva sabato, quando è stato inquadrato nel prepartita di Fiorentina-Milan. E’ chiaro che, per fare spazio ai giovani, lui si faccia da parte. Ma non è assolutamente arrabbiato. Non c’è alcun tipo di attrito tra lui e la società: Inzaghi è super felice di stare al Milan. Pippo è un professionista, sa quanto guadagna, sa fino a quando potrà ancora giocare e sa di avere un importante futuro come responsabile del settore giovanile rossonero. E’ un esempio di grande professionalità e di grande uomo.

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