Zlatan ad un passo dal record, anzi 2!

Nel momento più difficile della stagione del Milan c’è un giocatore rossonero che se guardasse esclusivamente a se stesso, alla sua annata e alla sua carriera, avrebbe solo da sorridere.

Questo giocatore si chiama Zlatan Ibrahimovic.

Lo svedese forse per la prima volta dal 2004 non vincerà il campionato, dopo quello olandese con l’Ajax (con cui aveva vinto anche nel 2002), i due con la Juventus (anche se revocati), i tre con l’Inter e il titolo al primo colpo con Barcellona e Milan.

È naturale, prima o poi doveva accadere, perché nella vita è impossibile arrivare sempre primi. È già incredibile quello che ha fatto e che ha vinto negli ultimi 9 campionati da lui disputati. Questo Ibra lo sa, ma nonostante tutto sarà l’ultimo ad arrendersi. L’inerzia è tutta bianconera, ma in 450 minuti più recuperi tutto può capitare.

E in ogni caso Zlatan sta inseguendo due record che lo relegherebbero ancora più nella storia del calcio.

Il primo: gli mancano 2 sole reti per raggiungere quota 26. Tale risultato significa solo una cosa: il record personale di gol in un campionato. Nella stagione 2008/2009 infatti Ibra segnò 25 gol in 35 partite, trascinando l’Inter di Mourinho alla conquista dello scudetto.

La situazione attuale dice che ha segnato 24 volte in 27 partite di campionato. Dovesse tenersi su questa media stratosferica, il record interista del 2009 sarà demolito.

Il secondo: Ibrahimovic è attualmente il più accreditato per vincere il titolo di capocannoniere, per la prima volta da quando è al Milan e per la seconda volta in assoluto, dopo aver vinto nel 2009 con i succitati 25 gol. Ibra ha 4 reti di vantaggio sul terzetto composto da Cavani, Di Natale e Milito.

Piccolo dettaglio trascurabile: nessuno nella storia ha segnato più gol di tutti in Serie A per due volte con due maglie diverse. La serie A troverebbe un altro guinness da raccontare agli altri campionati. E il valore di Ibra troverebbe negli aridi numeri e dati statistici nuove conferme al suo valore mondiale.

Ho scritto “aridi” volutamente per dare l’idea del contrasto con la fantasia, l’estro e la classe di un giocatore che è un campione, un fuoriclasse a prescindere da ogni possibile record e dal fatto che ottenga o meno questi risultati.

Non ci resta che dire: “Vai, Ibra, vai!”

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