Lavagna tattica: il Genoa di De Canio

Il Genoa è in crisi. Coinvolto nella lotta per non retrocedere, davanti al Lecce di un solo punto, verrà a San Siro con il coltello tra i denti. I liguri, guidati dal neo allenatore Luigi De Canio, si schiereranno con un 4-4-2.  La metteranno sul piano dell’intensità e dell’aggressività.

Punteranno sul gioco sulle fasce. Sulla destra, il terzino e l’esterno alto si interscambieranno. Dalla parte opposta, per allargare il raggio d’azione del centrocampista, il difensore laterale rimarrà bloccato. Non appena ne avranno la possibilità, via cross, cercheranno di servire le due punte. Gli attaccanti, centravanti in primis, verranno innescati anche tramite verticalizzazioni architettate da Veloso. La seconda punta svarierà e proverà a sfruttare le seconde palle. E in fase di non possesso, andrà a coprire una delle due zone laterali.

Tutti ripiegheranno, centravanti escluso. Ma, prima o dopo, la benzina terminerà. Non potranno tenere ritmi infuocati per tutta la gara. E se non riuscissero a segnare, dal momento che un pareggio non servirebbe a nulla, potrebbero alzarsi. Un mediano potrebbe tentare l’inserimento. Ma senza coperture, la difesa tremerebbe. Approfittarne.

I nostri, per tornare a vincere, dovranno scendere in campo muniti di determinazione e compattezza. Bisognerà varare la cortina di ferro. Bloccare le fasce, annullare Veloso e vincere la battaglia a centrocampo. Sarà questo il compito dei mediani di Max. Questi ultimi dovranno essere in grado di alternare azioni di raddoppio, affinché i nostri terzini non soffrano gli uno contro uno, e fare in modo che il play non sia lasciato solo. Se il trequartista ripiegasse (e non fosse Emanuelson!), sarebbe il massimo.

Sta di fatto che, a meno che non si voglia ripetere gli errori commessi contro Fiorentina e Bologna, dovremo rimanere raccolti e non concedere varchi. Il Genoa, specie quando avrà speso energie, incapperà in errori e ci lascerà spazio. Ecco allora che, recuperata la sfera, bisognerà verticalizzare per Ibra e ripartire in velocità.

Zlatan, sperando che abbandoni i leziosismi e le superficialità che l’hanno contraddistinto nelle ultime tre gare, sa fare salire la squadra e intimidire le retroguardie avversarie. E’ inoltre in grado di favorire gli inserimenti dei compagni. Il dinamismo della seconda punta, specie se fosse El Shaarawy, si farà sentire.

Il Genoa dispone di due soli interni di centrocampo. Quando andranno in difficoltà, logorati dalla nostra cortina di ferro, la difesa sarà esposta a rischi. Gli esterni, bloccati a dovere, non riusciranno ad intervenire. E Zlatan, assistito dalla rapidità della seconda punta, potrà spadroneggiare. Garanito. Sarà questa la chiave del match.

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