Passano gli anni ma lui rimane: 36 volte Seedorf!

Clarence Seedorf, probabilmente, è il giocatore più amato e odiato contemporaneamente nella storia del Milan. Un giocatore che alterna partite mozzafiato a partite da scampoli ammoliati con una facilità disarmante, senza neanche rendersene conto. Viene fischiato ogni volta che sbaglia due partite di file ma lui non li sente, entra in campo sempre per dare il massimo (o minimo) sforzo e testa bassa va avanti, anche contro uno stadio che ti urla addosso. Ma alla prima palla buona Seedorf c’è, come nelle serate di Champions dove il suo colpo Clarence lo batte sempre; dove Clarence, in tre parole, fa la differenza.

Classe ’76: Seedorf compi 36 anni oggi, ma ha ancora tanta voglia di dimostrare il proprio valore. Perchè quando le cose non vanno bene, Seedorf, nel bene o nel male, ci mette sempre la faccia. Induscutibilmente, quando vuole giocare a calcio è un Pirlo versione slow, ma i piedi per interderci sono di quei livelli; quando invece non vuole giocare, e preferisce andare al piccolo trotto per il campo, diventa una boa sul rettangolo verde che rallenta solo il gioco in campo. E il contratto in scadenza a giugno è un campanello d’allarme.

Lo scorso maggio, dopo la conquista dello scudetto, alzò la voce chiedendo maggior chiarezza sui rinnovi a tutti gli ultra-trentenni. Il Milan, nella scelta con Pirlo, ha preferito (soprattutto per questioni economiche) un’olandese che ha vinto quattro Champions League con tre maglie diverse, di cui due con il Milan. E martedì al Camp Nou sarà una serata “alla Seedorf”. Perchè lui è così, quando la partita è di quelle che contano, lui fa la differenza. Seedorf è così, prendere o lasciare.

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