Quante storie di rigore tra aneddoti, gioie e dolori

Rigori, croce e delizia di club e Nazionali. La storia del calcio è spesso passata dagli imprevedibili tiri dagli undici metri. Con gioie e dolori. Ora che ci stiamo ancora godendo il trionfo di Kiev contro l’Inghilterra ripercorriamo qualche curiosità.

Si parte da Antonín Panenka, che nel 1976 inventò il colpo a cucchiaio, col quale calciò il rigore decisivo nella finale dell’Europeo tra la sua Cecoslovacchia e la Germania Ovest. Con quel tiro beffò il portiere Sepp Maier e fece entrare il popolo di Praga nella storia del calcio.

Come non ricordare Evaristo Beccalossi che durante Inter-Slovan Bratislava, sedicesimi di finale di andata della Coppa delle Coppe 1982-1983, sbagliò due rigori. I nerazzurri vinsero comunque 2-0, ma gli errori del Becca furono materiale per l’attore Paolo Rossi che creò una pièce comica dal titolo “Lode a Evaristo Beccalossi”.

Paulo Roberto Falcão, invece, viene ricordato dai tifosi romanisti per la finale di Coppa dei Campioni persa nel 1984 all’Olimpico contro il Liverpool. Il brasiliano rinunciò a battere un penalty e non fu mai troppo perdonato. Lui parlò di problemi fisici, in particolare un dolore al ginocchio.

Un anno dopo, nel 1985, Michel Platini porta in trionfo la Juventus prima in Coppa dei Campioni, nella serata tragica di Bruxelles, poi qualche mese dopo nell’Intercontinentale contro l’Argentinos Junior: tre rigori realizzati in due partite, decisivi per il trionfo bianconero.

Ancora Coppa dei Campioni, nel 1986. La finale si gioca a Siviglia tra Barcellona e Steaua Bucarest. I supplementari finiscono 0-0 e alla lotteria dei rigori il portiere dei romeni, Helmuth Duckadam (nella foto) compie quattro miracoli su su Alexanko, Pedraza. Pichi Alonso e Marcos Alonso, compiendo un’impresa storica e diventando un eroe nazionale.

Del Milan di Arrigo Sacchi si ricorda l’episodio di Frank Rijkaard che si fa avanti a Belgrado, contro la Stella Rossa negli ottavi di finale di Coppa Campioni 1988/89. L’olandese vede andare sul dischetto il giovane Massimiliano Cappellini e gli dice “lascia stare ragazzo, vado io”: gol e rossoneri qualificati.

Rigori stramaledetti per gli italiani ai Mondiali del 1990: Roberto Donadoni e Aldo Serena falliscono due penalty nella semifinale di Napoli contro l’Argentina di Maradona. E la Germania ci vendica in finale con un dubbio rigore realizzato da Andy Brehme col suo piede maledetto, il destro.

Il cucchiaio ritorna protagonista nel 1992: l’attaccante inglese Gary Lineker, cecchino infallibile dagli undici metri, prova il colpo sotto contro il Brasile ed esalta il portiere Taffarel.

Rigori ancora allucinanti nel 1994 nella finale di Pasadena: Franco Baresi e Roberto Baggio falliscono e consegnano il Mondiale al Brasile di Romario e Bebeto. Eppure alla lotteria esordisce Demetrio Albertini come rigorista: si rivela una scelta azzeccata per il futuro del Milan.

A Euro 1996 l’Inghilterra padrona di casa esce mestamente in semifinale, condannata dai tiri dal dischetto contro la Germania, sei anni dopo la beffa del Mondiale italiano. Decisivo l’errore di Gareth Southgate, che non si perdonò mai lo sbaglio contro Koepke.

L’argentino Martin Palermo fa registrare record nella fase a gironi della Coppa America 1999: contro la Colombia, vittoriosa 3-0, sbaglia tre rigori in 90 minuti, tanto per essere diabolici nel perseverare.

L’Italia, condannata dai penalty anche al Mondiale 1998 contro la Francia ai quarti di finale, si riscatta a Euro 2000. Nella semifinale di Amsterdam contro l’Olanda, giocata dagli azzurri in dieci per quasi tutto il tempo, gli orange spingono come forsennati, e la difesa azzurra rischia più volte di capitolare. L’arbitro Merk concede due rigori agli olandesi, ma uno viene parato da Francesco Toldo a Frank de Boer, l’altro viene calciato sul palo da Patrick Kluivert. Si arriva alla lotteria e Toldo para ancora un tiro a de Boer, e dopo aver visto quello di Stam volare alto sopra la traversa, beffa pure Bosvelt neutralizzando il quarto rigore e trascinando gli azzurri in finale, poi persa contro i francesi.

Ancora qualche curiosità dalla Nazionale: Fabio Grosso protagonista in Germania 2006, procurandosi un rigore (generoso) negli ottavi contro l’Australia e tirando l’ultimo della serie in finale contro la Francia. Nella lotteria fortunata di Berlino uno degli specialisti, Alessandro Del Piero, litiga con Marcello Lippi che vuole fargli tirare il primo. Lo juventino costringe il ct alla mediazione, batte il quarto e fa centro.

Nella storia del Milan, infine, si ricordano i rigori di Manchester nella finale di Champions contro la Juventus, con lo sguardo gelido di Andriy Shevchenko concentrato nel trafiggere Buffon e consegnare al Milan la sesta Coppa dei Campioni. Lo stesso Sheva, due anni dopo a Istanbul contro il Liverpool, si fa ipnotizzare da quel pazzoide del portiere Dudek.

E chiudiamo con la “zappata” decisiva di Alessandro Costacurta a Yokohama, nella finale della Coppa Intercontinentale persa contro il Boca Juniors. Il difensore calcia malissimo l’ultimo rigore decisivo per poter riaprire un discorso, già compromesso dagli errori di Pirlo e Seedorf. La storia spesso si capovolge: nel 2007 il Milan si vendica grazie a Inzaghi nella finale del rinnovato Mondiale per Club proprio contro gli argentini.

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