Scompare il Piacenza FC, culla di grandi e piccoli campioni

Un altro pezzo di storia del calcio non esiste più. Da ieri il Piacenza Football Club 1919 non esiste più. La società emiliana, quella che ha sfornato campioni come i fratelli Filippo e Simone Inzaghi, Claudio Gentile, Alberto Gilardino, tanto per citarne alcuni, è fallita. Nella notte tra lunedì e martedì sono scaduti i termini dell’esercizio provvisorio. A questo punto i curatori fallimentari, Franco Spezia e Germano Montanari, sono costretti a portare i libri in Tribunale.

Il dramma non è solo sportivo, ma anche occupazionale. I dipendenti del club sono rimasti senza lavoro e i giocatori svincolati. L’aspetto più incredibile è che sarebbe bastato relativamente poco per salvare la società: l’ultima asta partiva da una base di 50mila euro, per un debito sportivo complessivo di 500mila euro. Ma non si è presentato nessuno. E’ un brutto colpo per i tifosi, che negli ultimi ventun’anni, sotto la gestione della famiglia Garilli, avevano vissuto otto stagioni in Serie A e dodici in Serie B. Poi la crisi finanziaria, fino alla retrocessione nella Seconda Divisione della Lega Pro. Sconvolto lo storico tecnico dei biancorossi, Gigi Cagni: “La notizia del fallimento fa male, il sistema calcio non può funzionare così”, ha commentato a RadioCalciomercato.it. Il Sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, ha parlato di “epilogo tristissimo, ma largamente annunciato”.

Il futuro ora è nelle mani dell’associazione “Salva Piace”, un comitato di volontari che rileverà il marchio e che si è già messo al lavoro per far ripartire la squadra, con un altro nome. Ovviamente.

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