La scure di Hollande sui redditi di Thiago e Ibra

Tempi duri anche per i ricchi del pallone. Non solo in Italia. Già, perché secondo i media transalpini ad aver rallentato la trattativa tra Zlatan Ibrahimovic e il PSG ci sarebbe un problema fiscale.

Come raccontato da SpazioMilan venerdì scorso il neo presidente francese, Francois Hollande, ha annunciato l’introduzione di un’aliquota al 75 per i redditi superiore al milione di euro. Il provvedimento, reso necessario dai tempi di austerity che interessano tutta Europa, ha insinuato dubbi anche agli sceicchi del PSG, che ovviamente dovrebbero farsi carico di una tassazione pesante per garantire al bomber svedese più di 12 milioni di euro netti all’anno. E va considerato il fatto che le leggi francesi impediscono ad una società di calcio di pagare integralmente le tasse di un giocatore tesserato. Il che significa che una parte dell’onere tributario dovrà essere versato dallo stesso Ibra, il quale al netto di questo carico fiscale vuole intascare la cifra pattuita.

Facciamo due conti Con una tassazione al 75% per garantire allo svedese 12,5 milioni di euro a stagione il PSG metterà a bilancio qualcosa come 33 milioni lordi a stagione. Secondo Le Parisien, Ibra si porterà a casa 16,2 milioni all’anno per poi versarne 3,7 all’erario francese. La stessa cosa farà Thiago Silva, che sarà stipendiato a 9 milioni per assicurarsene 7,5 a stagione. Complessivamente i due gioielli costeranno 58 milioni di euro all’anno.

Ci sono solo due strade per rendere il doppio affare meno pesante per le casse del club parigino. Ed entrambi i percorsi sono politici. Prima ipotesi: Hollande potrebbe fare marcia indietro escludendo dalla super-patrimoniale i redditi di artisti e sportivi. Seconda ipotesi: il parlamento, chiamato ad esprimersi sulla manovra entro l’autunno, potrebbe riscrivere il provvedimento e ridimensionarlo. Staremo a vedere.

Impostazioni privacy