La politica al risparmio: 60 milioni tagliati sugli stipendi

Da qualche anno a questa parte ormai, il Milan ha inaugurato una gestione più oculata e parsimoniosa delle risorse economiche, con minori investimenti e più tagli. La nuova linea è stata imposta dalla Fininvest, che ha pressato per un piano mirato al rientro dal debito. Tra le cessioni eccellenti di Ibra e Thiago Silva e gli addii dei senatori, il Milan ha ricavato un impressionante ricavo: dal -67 milioni del 2011, si è arrivati a un sostanziale pareggio dei conti.

Ma non si pensi che questo sia solo l’effetto temporaneo dovuto alla vendita di due big mondiali dai sicuri introiti. Infatti, la chiave vincente sta in una sostanziosa riduzione nel monte ingaggi, che è sceso da 190 a 130 milioni. Inoltre, da questa stagione in poi, scomparirà il premio scudetto da 11 milioni promesso sempre alla squadra in caso di vittoria.

Per quanto riguarda i ricavi, il discorso sarà sempre lo stesso. Quest’anno, la partecipazione ai quarti di Champions ha fruttato più degli anni precedenti, ma il guadagno sarà compensato dal calo degli abbonamenti. E’ quindi sorprendente che un passivo di 67 milioni si sia trasformato in un attivo di 63 milioni.

E’ pur vero che da qui alla fine di agosto ci sarà qualche movimento di mercato in entrata, che quindi modificherà questa cifra, ma il cambiamento sarà comunque modico. Infatti, supponiamo che il Milan investirà 20-25 milioni sul mercato, compresi gli ingaggi dei calciatori acquistati, sul conto del 2012 peseranno soltanto in parte, visto che gli stipendi verrebbero spalmati su tanti anni quanti sono quelli previsti dal contratto.

Insomma, il processo virtuoso del Milan è appena iniziato. E Berlusconi sorride.

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