Ambrosini: “Fiero di essere rimasto”

Una delle poche bandiere rimaste in un mondo in cui, sempre più spesso, si agisce e si fanno delle scelte solo in nome del Dio Denaro. La barca stava affondando ed ora sta precipitando rovinosamente in mare, ma lui c’è, come c’era nelle apoteosi di Manchester nel 2003 e di Atene nel 2007. L’unico, insieme ad Abbiati, superstite di quel Milan bello e vincente, quel Milan che è stato distrutto nel giro di pochissimi mesi.

Massimo Ambrosini non rinnega la sua scelta di essere rimasto a comandare una squadra che ormai non è più quella fatta dai suoi tanti amici, quella sensazionale che dominava in Europa e nel Mondo. “Sapevo che ci sarebbero state delle difficoltà, ciò nonostante sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta, perché ho ascoltato quello che la mia testa e il mio cuore mi suggerivano. Mi aspettavo una stagione diversa rispetto alle precedenti ma credo che nella vita sia bello e forse anche giusto confrontarsi con delle problematiche”.

Poi un plauso a chi, come i ragazzi della curva, continua a stare vicino alla squadra nonostante il terribile momento e i vuoti frequenti di San Siro. “Secondo me bisogna distinguere tra pubblico  pagante e tifosi. San Siro non sarà gremito come una volta però la curva è sempre piena e questo è un dato che va sottolineato in un momento del genere. La squadra avverte il sostegno da parte dei tifosi più accaniti e avverte anche lo scetticismo generale. In ogni caso i tifosi vanno ringraziati per il loro affetto”.

Il biondo centrocampista pesarese sembra voler ripercorrere le orme di Pippo Inzaghi. “Cosa voglio fare da grande? Mi sta venendo voglia di allenare i giovani però mi tengo aperte tutte le porte. Vediamo, mi piacerebbe sicuramente rimanere nell’ambiente di questa società. Infine, è proprio sulla società di Via Turati che ha voluto spendere qualche parola d’elogio: “Ha una struttura all’interno che è diversa dalle altre: io ne parlo senza cognizione di causa perché non sono andato da altre parti, ma chi ha giocato altrove e poi è venuto qui ha notato la differenza con le altre squadre. Il Milan ha un’organizzazione societaria di primissimo livello”.

 

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