Difesa nella bufera, ma va meglio di un anno fa

M. Marceddu – Eurosport

La vittoria di San Pietroburgo non è stata di buon auspicio: dopo la debacle nel Derby, quella con la Lazio è la seconda sconfitta consecutiva del Milan, che dunque non vince dal 2-0 sul Cagliari del 26 settembre.

Si fa presto ad attaccare la difesa, un reparto che, arrangiato com’è, viene definito “inadatto” e non all’altezza. Si fa presto a piangere un baluardo come Thiago e assieme a lui Ibrahimovic, ma in realtà le vere lacune arrivano dal reparto meno preso di mira. Intanto “salviamo” la difesa. Bonera ha fatto meglio di Thiago Silva; è ovviamente una provocazione, ma che è possibile spiegare con un dato. Dopo otto giornate l’attuale retroguardia del Milan ha fatto meglio di quella dell’anno scorso, di quella che vantava la presenza di un certo Nesta, oltre al brasiliano. Undici i gol subiti un anno fa, dieci quelli attuali e, senza sottoporre a improponibili confronti sul piano della qualità i due giocatori prima citati, non c’è nulla di cui meravigliarsi o dispiacersi se Bonera veste la fascia da capitano.

Il reparto che meno ha dato soddisfazioni è quello del centrocampo. Verissimo che la sola tripletta di Pazzini e l’exploit di El Shaarawy non bastino a promuovere un attacco orfano di Pato e dotato dell’oggetto misterioso Bojan, ma quello della mediana è il reparto che più ha deluso e che di conseguenza è risultato più determinante in negativo.

Dato emblematico quello delle marcature: l’anno scorso dopo otto gare toccavano quota sei: Aquilani col Napoli, Seedorf col Cesena, Nocerino col Palermo e poi – curiosamente proprio un anno fa – la tripletta di Boateng a Lecce, quest’anno invece l’unica rete è quella rocambolesca di De Jong a Roma.

Il ghanese è l’icona del momento no, ma oltre alla sua particolare situazione rimangono da decifrare l’utilizzo sulla trequarti di Emanuelson, l’utilità di pedine inutilizzate come Flamini e Constant, l’inspiegabile calo di Nocerino. Si avverte, e tanto, la mancanza di un attaccante abile ad aprire spazi per gli inserimenti dei centrocampisti, ma più che pensare a Ibra e Thiago, dovremmo piangere per le partenze di Rino e Clarence.

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