Flamini, il campo e il Milan si allontanano

La stagione passata per Mathieu Flamini è stata la peggiore della sua carriera: un infortunio, nel luglio del 2011, ne ha pregiudicato tutta l’annata mettondolo fuori dai giochi ancor prima che la stagione potesse iniziare. Poi il ritorno, nel mese di febbraio di quest’anno, prima di un’altro infortunio che lo ha tenuto ai box fino a maggio: qui il ritorno con l’unica rete in stagione, nell’ultima gara col Novara. Parte la nuova stagione, si pensa al riscatto e invece il 23 settembre un’infiammazione al ginocchio (i maligni parlano di dissidi con Allegri) lo tiene fuori ancora per 3 settimane. Dopo la sosta tornerà a disposizione, ma a gennaio o giugno le strade di Flamini e del Milan potrebbero dividersi.

Eppure uno sforzo entrambe le parti lo avevano fatto: siamo a giugno, nel mese dei rinnovi in casa Milan, quando contemporaneamente lasciano Milanello senatori del centrocampo del calibro di Van Bommel, Gattuso e Seedorf. Anche Flamini è in scadenza, ma l’entourage del giocatore non indietreggia di un millimetro: la società propone al francese un adeguamento del contratto (da 4 milioni a 1,5) con un contratto annuale, mentre Flamini chiede almeno un biennale alle stesse cifre del precedente. Non si trova l’accordo, il Milan sembra andare su altre piste quando l’affare viene chiuso alle condzioni imposte da Galliani. Una fine inaspettata, che si può inscriversi all’albo degli strani casi del calciomerato.

Novanta minuti con Bologna e Anderlecht prima dell’ennesimo stop forzato, che però lasciano intendere come la volontà del giocatore sia quella di cambiare aria. Come riporta La Gazzetta dello Sport, Flamini sarebbe in orbitra Marsiglia, squadra nella quale ha già militato nel 2003, alla ricerca di valide alternative per contrastare la potenza del PSG. Le carte sono in tavola, la partita è riaperta.

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