Galliani: “Allegri resta, ma deve trovare le soluzioni”, Emanuelson: “Troppo facile per loro segnare”, Abate: “Ora esame di coscienza”

Adriano Galliani cerca di rasserenare l’ambiente al microfono di Claudio Lippi per Milan Channel, nonostante appaia molto amareggiato: “Momento difficile, dobbiamo avere la forza di stare calmi. Andiamo avanti, non c’è mai nemmeno un pizzico di buona sorte. Mercoledì giochiamo in Champions e vediamo. Abbiamo visto un ottimo El Shaarawy, ho visto un buon De Jong e un buon Montolivo. Certamente non ci sarà nessun tipo di movimento in panchina. Bisogna semplicemente cercare di fare più punti. Allegri deve trovare semplicemente le soluzioni, sette punti sono troppo pochi“.

A Milan Channel anche Emanuelson: “Ho provato ad aiutare la squadra, anche quando stavamo perdendo 3-0, ho fatto di tutto per segnare, con dribbling, con cross, abbiamo fatto 2 gol ma non sono bastati. Avrei preferito rimanere a destra, più avanti? Si, lì mi trovo meglio, anche terzino sinistro va bene, ma ho più paura. Dopo l’ingresso di Bojan sono tornato indietro, e ho provato lo stesso a fare di tutto per la squadra. Lo spogliatoio? Siamo tranquilli, ma siamo il Milan e non possiamo giocare così. Il terzo gol è arrivato con troppa facilità per loro. Ora dobbiamo continuare a lavorare e speriamo che martedì contro il Malaga le cose vadano diversamente“.

Abate: “Non abbiamo fatto un gran primo tempo ma non abbiamo subito più di tanto, a parte i loro due gol che sono stati grandissimi. Dobbiamo guardare in faccia la realtà, rimboccarci le maniche, farci un bell’esame di coscienza. Quando si è in certe zone della classifica, se si è immischiati in qualcosa a cui non si è abituati, può diventare pericoloso. In questi momenti in cui le cose girano male bisogna cercare di ricompattarci, perchè abbiamo difficoltà a creare, e gli avversari invece ci attaccano molto facilmente. Dobbiamo agguantare qualche risultato positivo che possa darci tranquillità. Il lato positivo di questa sera, se c’è, è la nostra reazione, ma non devono esserci tre schiaffi per far scattare l’orgoglio“.

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