Gandini: “Il Milan non è oggetto di alcuna vendita. Nuovo stadio? San Siro resterà la nostra casa”

Arabi o russi? Vendita di quote o partnership commerciali? Intorno al Milan c’è un dibattito in fermento dopo le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi circa i contatti con potenziali investitori pronti ad acquistare parte del pacchetto azionario del club di via Turati.

Questa mattina il Responsabile Organizzativo del Milan, Umberto Gandini, ha provato a fare chiarezza. “Col fair play finanziario la cessione di quote beneficia l’azionista ma non necessariamente la società stessa – ha spiegato il manager in un’intervista a Radio Sportiva -. Anche arrivassero 300 milioni non li si potrebbe spendere tutti, ma utilizzarli per il pareggio di bilancio”. Quindi la domanda secca sulle trattative con milionari russi e arabi: “Il Milan è un oggetto di Fininvest, nel caso saremmo l’oggetto di una vendita e non i protagonisti: come ha detto Galliani, però, non c´è assolutamente nulla di tutto questo allorizzonte“.

Più in generale si è parlato della necessità di ridimensionare il giro di denaro intorno al calcio: “Il modello italiano è vecchio e insostenibile: non si può più pensare che un solo uomo ripiani le perdite, serve un comportamento più virtuoso nella gestione delle società. L’obiettivo del pareggio di bilancio dovrebbe essere primario, soprattutto in tempo di fair play finanziario“.

Già, ma come? Gandini ha indicato qualche strada: “L’area in cui siamo in difficoltà sono i ricavi da stadio, che non devono essere legati solo all´evento-partita. Lo stadio di proprietà può aiutare ma non è la chiave del problema: gli stadi inglese sono di proprietà ma sono anche inseriti in un contesto che permette di valorizzarli, Emirates in Italia non darebbe gli stessi ricavi”. E a proposito di stadio: “Vedremo cosa l´Inter deciderà di fare: noi siamo concentrati sullo sviluppo di San Siro, che rimarrà comunque vada la nostra casa“.

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