Sia chiaro: in campo solo chi è pronto a “sputare sangue” per il Milan!

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E’ dura, lo so, ma cerchiamo di non guardare sta benedetta classifica. Che sarebbe stato un anno duro lo si sapeva. Così no. Mi sforzo di essere ottimista, sono sicuro che ci riprenderemo. La sconfitta con la Lazio è una mazzata doppia, secondo me più grave di quella nel derby. Contro l’Inter infatti si era registrata un’evoluzione del gioco che completava quella delle precedenti partite. Avevamo perso soprattutto per colpa degli episodi, diciamo così. Invece sabato a Roma siamo stati fuori partita per 60 minuti. Alla Lazio è bastato fare il minimo indispensabile per trovarsi sul 3 a 0.

Siamo di una fragilità incredibile. I 7 punti sono lì, le 5 partite le abbiamo ormai perse. Pensiamo a cosa si deve fare. I più superficiali e immediati manderebbero via Allegri. Al suo posto Tassotti. Va bene esoneriamolo. Ed è quello che succederà in caso di sconfitta a Malaga e mancata vittoria contro il Genoa. Ma poi che cosa si risolverebbe? Niente. La squadra è questa e questa squadra non ha bisogno di un’altra scossa. Ha invece bisogno di ritrovare certezze e tranquillità. La prima certezza ce l’ho io.

Mettiamo fuori i giocatori che non sono pronti a “sputare sangue” per questa maglia. Chissenefrega se sono quelli più dotati tecnicamente, tanto di Ibrahimovic che risolvono le partite qui non ce n’è. Meglio un giocatore modesto che ci mette l’anima di uno discreto che se ne frega. E l’elenco di quelli che se ne “fregano”, che giocano in surplace o, peggio ancora, che si sentono “sprecati” per questo Milan è numeroso. Il capofila è il signor Boateng, come sapete uno dei miei preferiti. Per lui avevo già fatto suonare l’allarme in estate. Ma il suo atteggiamento in campo e fuori non è cambiato. Gioca da solo, pensa di risolvere tutto lui, non rispetta le posizioni ed è demotivato. Se vuol cambiare aria può farlo. A gennaio, nel frattempo gli servirà un po’ di sana panchina.

A ruota lo segue Abate. Voleva andare a Parigi con l’amico Ibra. Secondo lui perchè non l’hanno preso? Eppure si sente forte come Cafu e Tassotti. Al punto da dimenticarsi di Klose in piena area e poi di fare “spallucce” al compagno che lo rimprovera. Cross effettuati da lui a Roma con Pazzini in campo 90 minuti: ZERO. C’è De Sciglio che è uno dei migliori. Mettiamo fuori Abate, grazie.

Il terzo è Robinho che però si è fatto nuovamente male, e allora sospendiamo il giudizio. Ma è un altro che ha in testa tutto tranne che il Milan. Speriamo che questi tre non facciano proseliti. Tra i più giovani di questa schiera si continua a segnalare Niang, per le sue prodezze, fuori dal campo. Agli altri Allegri deve cercare di dare una traccia da seguire. Un progetto che si intravvedeva e del quale si sono perse le tracce nell’ultima partita. Un passo avanti potrebbe essere quello di non cambiare continuamente schema e formazione. Ma prima ancora è necessario far giocare SOLO chi dà il 100 per cento. Anche se non si tratta di fenomeni.

In questo senso mi è piaciuta molto l’idea del ritiro. Una rarità nei 25 anni di Silvio Berlusconi, dove i giocatori sono sempre stati troppo giustificati. Che adesso inizino a prendersi anche loro qualche bella responsabilità. E che dimostrino loro per primi di meritare questa maglia. Non viceversa. Magari cominciando da Malaga, partita difficilissima, contro un avversario molto forte. Se riuscissimo a non perdere, con 5 o 7 punti almeno il nostro cammino in Champions League sarebbe degno del Milan. Crediamoci. E ricordiamoci che più che mai in questi momenti si riconoscono i VERI cuori rossoneri.

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