Zenit: foga e potenza, manca il senso tattico

Lo Zenit, che sta attraversando un periodo di difficoltà e tensione, ci affronterà con grinta e determinazione. Vorrà, davanti al proprio pubblico, tornare alla vittoria e rilanciarsi in ambito europeo. Gli uomini di Spalletti dispongono di effettivi in possesso di un potenziale fuori dalla media, HulkWitsel in primis, potranno metterci in difficoltà. Cercheranno di prendere in mano le operazioni della contesa e imporsi dal punto di vista della fisicità e dell’aggressività, facendo valere il fattore campo e la migliore condizione.

Filosofia di gioco: i russi si schiereranno con un 4-3-3 che, specie in apertura, si snoderà in un 4-5-1. Gli esterni d’attacco ripiegheranno con costanza, affinché la squadra si imponga in mezzo al campo e sulle fasce, conferendo importanza alla fase di recupero palla. Ma nessuno pensi che le ali, per garantire equilibrio, rinuncino a spingere. Come tutte le squadre di Spalletti, anche lo Zenit focalizza il proprio gioco sulle corsie laterali. Assisteremo a sovrapposizioni tra terzini ed esterni mirate allo sfondamento degli out e all’esecuzione di traversoni che possano essere sfruttati dal centravanti, Hulk, che sa fare salire la squadra e rendersi pericoloso in ogni circostanza. Sta di fatto che i russi correranno a valanga e, per rompere il nostro gioco e non darci il tempo di imbastire azioni, trascorreranno minuti a praticare pressing alto. In merito al centrocampo, bisogna rendere presente che due mediani su tre si dedicheranno soltanto all’interdizione, con il centrocampista arretrato che ci aspetterà basso e fungerà da collante con la difesa. Un incontrista, pur badando anche a contrastare, tenderà a effettuare incursioni nella nostra area.

Lacune: giocando con furore e spingendo a raffica sulle fasce senza sapere dosare le energie, con il passare del tempo, lo Zenit perderà lucidità e abbasserà il ritmo. E non disponendo di elementi che si distinguano per senso tattico, durante la ripresa, concederà spazi e rischierà di offrire palle gol. Gli esterni inizieranno a non tornare più con puntualità e i centrali di centrocampo, che peccano in senso del gioco, cominceranno a lasciare scoperte le posizioni di competenza e  a non riuscire a proteggere con profitto la difesa. Ecco allora che la retroguardia andrà in difficoltà e si imbatterà di certo in amnesie. Approfittarne. Da segnalare è il fatto che il portiere, Malafeev, non assicuri affidabilità: capita che incappi in errori dettati dalla scarsa concentrazione e che effettui uscite da film horror, la sua porta va tenuta sotto assedio.

Come batterli: il Milan, chiamato a soffrire, dovrà evitare di fare la partita. Allegri avrà il compito di varare la cortina di ferro e riproporre l’albero di Natale rovesciato. Bisognerà chiudersi, aspettando che lo Zenit tenti di imbastire azioni, per poi effettuare azioni di rimessa. I centrocampisti, con lo scopo di proteggere la difesa e arginare gli uno contro uno che gli esterni avversari ingaggeranno contro i nostri terzini, dovranno rimanere bloccati ed evitare di alzarsi: solo in occasione di ripartenze, un interno avrà la licenza di inserirsi. Anche i rifinitori, El Shaarawy e uno tra Bojan e Robinho, saranno costretti a cimentarsi nella fase di non possesso, oltre a guidare la manovra offensiva con rapidità e decisione. Mettendo in campo la classe e il dinamismo da cui sono contraddistinti, dovranno partire larghi e dilatare la difesa dello Zenit, alternando azioni personali a passanti che Boateng possa sfruttare. Kevin Prince, nella veste di centravanti camuffato, non incontrerà problemi nell’inserirsi con decisione e tagliare la difesa campione di Russia. Il tutto a patto che torni a giocare come sa. E arrivati sulla trequarti, non appena si formi un varco, bisognerà tentare la conclusione. Già, con Malafeev tra i pali, avremo l’obbligo di provarci.

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