Kakà, Thiago e adesso Pato: al Milan i campioni sono in saldo

Berlusconi e GallianiSe sia questione di indecisione, mancanza di coraggio o di tempismo, non si è ancora capito. Se sia la società a non avere polso, o i calciatori ad avere troppe pretese, neppure. Il dato di fatto, però, al Milan c’è, e parla chiaro. La “stagione” dei saldi sta iniziando adesso, ma la società rossonera non segue né i tempi né le logiche commerciali. Le svendite, in casa Milan, non sono più occasionali o periodiche, ma stanno diventando un errore perseverante. 

E’ iniziato tutto con Kakà, che in una fredda sera del gennaio del 2009, sventolava dalla sua finestra la maglia rossonera, a mo’ di promessa di eterno amore. Peccato, però, che sei mesi dopo abbia preso un aereo che lo ha portato dritto dritto a Madrid, e addio a quelle splendide smancerie. Ma, bando ai sentimentalismi, balza all’occhio il fattore economico: 100 milioni di euro offerti dal Manchester City, contro i 68 del Real Madrid al quale invece è stato ceduto Kakà.

Dopo l’ex 22 rossonero, è la volta di Thiago Silva, trasferitosi alla corte di Ancelotti la scorsa estate. Anche in questo caso, per il difensore migliore al mondo ci si aspettava molto di più, soprattutto dopo aver rifiutato offerte di gran lunga maggiori. 

Adesso, lo stesso meccanismo sta interessando Pato. Uno che fino a poco tempo fa veniva considerato una grande promessa del calcio mondiale, sta per essere ceduto per poco più di dieci milioni di euro. Cifra a dir poco ridicola, visto il valore reale del giocatore che, seppur dilaniato dai mille infortuni, non perderà di certo il suo potenziale. 

Ora, vien da chiedersi quale sia la strategia che il Milan ha adottato in questi casi. Forse ha cercato di trattenere i propri campioni fino alla fine, per poi arrendersi alle loro richieste? Forse ha pensato di sfruttare il guadagno istantaneo intravedendo qualcosa di diverso per il futuro? O, forse, alla base una strategia vera non c’è, e di fronte a cifre medio-alte ha ritenuto inutile giocare al rialzo? Quel che è certo è che i campioni non nascono dagli alberi, e se si ha la fortuna di averli in squadra, o bisogna cederli a prezzi notevoli, oppure bisogna tenerseli stretti. 

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