Lo sfogo di Maldini: “Il Milan ha perso la magia di un tempo, c’è poca programmazione. Vi racconto una telefonata di Allegri…”

maldiniDal rapporto con Berlusconi a una chiamata di Allegri, dal presente al futuro: è un Paolo Maldini col dente avvelenato quello intervistato da Repubblica.it. Tre anni e mezzo fa appendeva le scarpe al chiodo, adesso è ancora alla ricerca del suo futuro: “Il ‘rischio’ di restare fuori dal mondo del calcio esiste. Io ho avuto un passato e un legame così forte col Milan che è difficile immaginarmi dentro un’altra realtà, anche europea: le possibilità si assottigliano. Io non mi sto offrendo al Milan. Io faccio l’imprenditore nel settore immobiliare, ho iniziato quando ancora giocavo e ho ormai un’attività avviata, fuori dal calcio. Allenatore? Mai preso in considerazione”.

“Quando sono arrivato al Milan, – continua Maldini -, ho trovato una grande base per costruire una grande squadra: grandi calciatori e grandi persone. Berlusconi  è arrivato e ci ha insegnato a pensare in grande. Certo, con gli investimenti, perché comprava i migliori. Ci ha messo la mentalità nuova, soprattutto: Sacchi e l’idea che il club dovesse diventare un modello per il tipo di gioco, per le vittorie. Insomma, si è creato qualcosa di magico, grazie alla personalità di chi già c’era e di chi è arrivato. Poi, a poco a poco, questo si è perso e il Milan si è trasformato, da squadra magica, in una squadra assolutamente normale. Nel Milan la società stessa ha smesso di trasmettere quel messaggio, al di là degli investimenti. All’interno del Milan attuale non c’è nessuno, tra quelli che ne hanno fatto la storia, ad avere un ruolo non marginale”.

Galliani questa stagione l’ha definita “l’anno zero”, ma Maldini ci crede poco: “Io vedo poca programmazione. Magari mi sbaglierò, ma certe scelte di giocatori, anche se a parametro zero, sono lontane dall’idea di un programma studiato. Abbassare il monte ingaggi e ringiovanire la rosa è fondamentale, d’accordo. Ma la valutazione dei giocatori non so da chi venga, visto che Braida fa sempre meno quel lavoro. Galliani, in presenza di Leo, mi disse che il ds è una figura che non esiste più e che il Milan era a posto in quel ruolo. A me sembra invece che ci sia carenza”.

“Allegri, l’anno scorso, – prosegue Maldini parlando di una telefonata col tecnico rossonero -, mi disse che aveva bisogno di qualcuno che controllasse anche lui: ‘Paolo, chi mi dice se ho sbagliato qualcosa anche tatticamente e nella gestione dello spogliatoio, che ricade solo su di me?’. Gli serviva uno che avesse la personalità per parlare con i giocatori importanti in modo autorevole. E lui pensava che io, col mio passato, potessi farlo. Ci siamo visti, ci siamo sentiti al telefono e io lo avvisai che questo avrebbe potuto rappresentare un problema per lui. Allegri mi disse che aveva parlato con la società e che sembrava tutto ok. Era l’ottobre del 2011, non l’ho più sentito“.

Maldini ha fatto il punto anche sui giovani emergenti rossoneri: “Puntare sui giovani è una scelta del tutto casuale e non programmata, almeno non da tutti. Ma può essere un gran bene: avete visto De Sciglio nel Milan? Probabilmente, qualche anno fa, non avrebbe trovato posto. Anche quando è entrato nel derby, e non era affatto facile, ha impressionato per la semplicità nel gioco. El Shaarawy? Mi ha sorpreso, per la resistenza e per la capacità di segnare. Spero che rimanga umile: la testa non è un dettaglio, nello sport”. Parola di Paolo Maldini.

Twitter: @SBasil_10

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