Zapata-Mexes: quando la difesa traballa (troppo)

mexesDifficile commentare la prova di un giocatore quando cerchi disperatamente di salvare qualcosa e, ripercorrendo tutta la partita, non riesci a trovare nè una nota positiva, nè un intervento riuscito o comunque da Milan. Altrettanto difficile commentare se ti rendi conto quanto certi errori commessi abbiano pesato sull’economia della partita e sul risultato finale.

L’aggravante, in questo caso, sta nel fatto che non stiamo parlando di uno, ma ben di due giocatori: Mexes e Zapata. L’intero pacchetto centrale della difesa rossonera non soltanto ha traballato nel peggiori dei modi, ma ha dato un’ulteriore e definitiva prova di insicurezza e paura tali da fugare qualsiasi dubbio su quale sia il primo reparto da rivedere nella prossima sessione di mercato.

Zapata: colpevolissimo sullo stacco di Ibarbo che vale l’1-0, è apparso ancora una volta troppo impacciato e timoroso. Certo, è brutto ripetersi e questo ritornello va ormai avanti da inizio stagione, ma si ha davvero la sensazione che il difensore colombiano giochi con il freno a mano tirato. E questo, si sa, per un ruolo come il centrale, in cui anche una frazione di secondo e una buona dose di decisione e malizia sono fondamentali, è sicuramente un ulteriore e grosso handicap. Quando ci si trova di fronte attaccanti veloci e in forma quali sono in questo periodo Ibarbo e Sau la paura non serve, così come è inutile pensare: bisogna correre (e dire che il nostro dovrebbe essere veloce…) e intervenire. Senza paura, perchè si gioca nel Milan.

Per quanto riguarda Mexes, la sua partita non è stata di certo migliore rispetto a quella del compagno di reparto. Sempre in ritardo nell’intervento e troppo impacciato sullo scatto, il francese si è dimostrato troppo impreciso e timido anche in fase d’impostazione. E dire che nella giornata della pesantissima assenza di Montolivo un aiuto al centrocampo sarebbe stato gradito…

Un consiglio, per entrambi: prendete esempio dal cagliaritano Davide Astori, ieri tra i migliori in campo nonostante il rigore e l’espulsione per doppia ammonizione. Lui sì che ha dimostrato il coraggio che un centrale che si rispetti dovrebbe avere! Presente su ogni palla pericolosa, lucido nonostante i tre clienti pessimi che si è trovato di fronte, pronto al sacrificio di un rosso per provare a salvare la squadra (perchè un rigore ancora da calciare, dopotutto, è pur sempre meglio di un goal certo), punto di riferimento costante per tutti i compagni. Un vero condottiero, insomma.

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