L’importanza di chiamarsi Balotelli

La sosta delle Nazionali ha riportato a Milanello un Balotelli sorridente e apparentemente più tranquillo di quanto non fosse alla partenza. Nelle interviste rilasciate all’evento per la Fondazione Milan Mario ha dichiarato che è contento al Milan e che per ora non pensa al mercato, né a gennaio né a giugno.

Per quanto riguarda l’aspetto caratteriale, Balotelli ha detto: “Sono tranquillo e non sono più come qualche anno fa: non devo cambiare nulla del mio carattere”. Partendo dal presupposto che i giornali e i media scrivono una media di tre, quattro articoli sull’attaccante rossonero a settimana, spesso su cose che non riguardano il campo da gioco, anche Balotelli non fa nulla per mettere a tacere i gossip. Da una parte questo ‘menefreghismo’ può essere positivo – non farsi influenzare dagli altri – dall’altro rischia di fomentare quest’immagine di cattivo ragazzo che gli hanno cucito addosso. Non è un caso che gli arbitri lo tutelino meno di altri campioni: Balotelli fa poco o nulla per farsi benvolere in campo con le continue proteste e i gesti di stizza verso il fischietto di turno.

Mario a 23 anni è ancora giovane, nonostante sia in giro da tanto nel mondo del calcio che conta, e ha ancora tempo per dimostrare di essere il grande campione che tutti pensano. Potrebbe però guardarsi intorno in campo e prendere esempio dai vari Kakà, Montolivo, lo stesso El Sharaawy: più impegno e meno ‘balotellate’.

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