La musichetta colpisce ancora…

Risorgere nella serata più difficile, quando tutti ti danno ormai per spacciato? Si può, se ti chiami Milan e giochi in Champions. Non c’è davvero niente da fare, sul palcoscenico europeo è tutta un’altra storia per il Diavolo, combattivo, motivato e a tutto campo come non appariva da un po’. Dal primo tempo casalingo contro il Barcellona, per la precisione. Anche quella volta in una grande sfida, anche quella volta in Europa. Un caso? No, molto probabilmente.

In un ambiente così povero di certezze e note liete, ancora scosso dalla pesante contestazione post Genoa una vittoria così rotonda serviva in modo quasi disperato. Serviva a Max Allegri, che finalmente vede la sua panchina meno traballante, ma serviva anche e soprattutto ai giocatori, che da più di un mese stavano facendo i conti con una sequenza di risultati preoccupanti e prestazioni collettive al limite dell’imbarazzante.

Per ritrovare l’ultima vittoria, non a caso, bisognava tornare indietro fino al 19 ottobre, quando un lampo di Valter Birsa fulminò l’Udinese. Ieri sera lo slovacco è apparso un po’ smarrito: i preziosissimi tre punti della qualificazione, stavolta, sono arrivati dalla classe senza tempo di Kakà, sempre più guida e riferimento, da un Zapata finalmente più coraggioso e tranquillo, dal redivivo Mario Balotelli.

Vincere ieri sera è stato fondamentale, certo, ma non sufficiente: la serataccia del Barcellona a Amsterdam, infatti, impone alla squadra un ulteriore sforzo. Aver ragione dell’Ajax l’11 dicembre, in un San Siro caldissimo e tutto colorato di rossonero: impresa nient’affatto scontata, ma certo non impossibile per un gruppo che ancora deve trovare una sua identità precisa, ma certo ha dimostrato di cambiare volto e pasta quando si tratta di Europa.

La maledizione delle trasferte, dunque, è stata sfatata: perché non continuare su questa strada già da domenica a Catania? La classifica lo impone, i tifosi lo desiderano, l’ambiente ci spera.

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