Genoa: forcing sulle fasce, ma l’interdizione?

Stasera, nell’incontro valido per il secondo anticipo della tredicesima di campionato, un Milan obbligato a ritrovare il contatto con i tre punti ospita il Genoa di Giampiero Gasperini. Dopo un inizio di stagione difficile, culminato con l’esonero di Liverani, al momento i rossoblù si trovano al settimo posto– hanno quattro punti di vantaggio sui rossoneri- e provengono da tre successi consecutivi. Ciò nonostante, se affrontati con la giusta determinazione, possono essere sconfitti con tranquillità. Certo, hanno il morale alto e stanno bene dal punto di vista atletico, ma mancano di filtro in mediana e senso del gioco.

Punto di forza: gioco sulle fasce.
Grinta, intensità, ripiegamenti, ripartenze veloci e arrembaggio sulle corsie laterali. Sono questi gli ingredienti principali del 3-4-3 marchio di fabbrica di Gasperini che, malgrado inizi la partita con un atteggiamento prudente e attendista, sul lungo andare è solito affrontare a viso aperto qualsiasi avversario. Nel modulo del Genoa un ruolo fondamentale è ricoperto dagli uomini di fascia- esterni di centrocampo e d’attacco- che agiscono in simbiosi, presentano resistenza e doti di spinta. Incaricati di proiettarsi in avanti con regolarità, di mettere in scena sovrapposizioni e di sfornare cross per Gilardino, i laterali del Genoa hanno anche il compito di ripiegare per assicurare compattezza ed equilibrio. Massimi esponenti di questa filosofia di gioco sono Sime Vrsaljko, rivelazione della Serie A, e Mario Santana. A differenza di Antonelli e Marchese, che spesso si propongono in avanti ma non sempre sono precisi con la palla tra i piedi, Vrsaljko e Santana- che dovrebbero formare la catena di destra- sanno mettere a segno uno contro uno vincenti e possiedono una buona tecnica.

Punto debole: centrocampo centrale.
A metà campo il Genoa rischia di andare in affanno e di concedere spazi. L’unico incontrista a disposizione di Gasperini è infatti Biondini che, nonostante presenti qualche problema nella comprensione dello sviluppo delle azioni e nella costruzione del gioco, è in grado di farsi valere in fase di rottura e corre alla follia per sopperire alle falle lasciate dal compagno di reparto. Matuzalem e Lodi- che dovrebbero contendersi una maglia da titolare in cabina di regia- annoverano nel loro repertorio buon tasso tecnico e si destreggiano nella lettura dell’incontro, ma hanno limiti riguardanti la tenuta fisica, il contrasto e la fase difensiva. Così facendo, con il trascorrere dei minuti, l’interdizione rischia di mancare sempre più e la retroguardia non è protetta a sufficienza. I dogmi di Gasperini, che pretende di disporre le proprie squadre con il 3-4-3, in determinate situazioni tendono a snaturare le caratteristiche di alcuni giocatori. Uno su tutti è Luca Antonini che, dopo una carriera trascorsa sulla fascia, è costretto a giocare come centrale di difesa (posizione che dovrebbe ricoprire anche stasera).

Giocatore chiave: Alberto Gilardino.
Centravanti vecchio stampo, capace di trovare la via del gol soprattutto di rapina e di testa, il Gila ha il compito di concretizzare al meglio la mole di gioco che il Genoa costruisce sulle corsie laterali. Protagonista di un buon inizio di stagione, caratterizzato da sei gol in dodici partite ufficiali, Gilardino è senza dubbio un cliente ostico. Non bisogna concedergli occasioni: con i suoi movimenti e la sua vena realizzativa, considerati anche i problemi presentati finora dalla difesa rossonera, può mettere il suo sigillo sulla partita. Ma se i nostri centrali lo controllassero a dovere…

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