Maniero: “Allegri non ha molte colpe, mentre Honda non farà la differenza”

honda 2Massimiliano Allegri è stato riconfermato, stando alle ultime indiscrezioni provenienti da Arcore. Dopo il pareggio contro il Chievo, nonostante le tante occasioni per passare in vantaggio non sfruttate dai rossoneri (seppur senza una buona trama di gioco), i tifosi hanno contestato squadra e società ed oggi, non appena sono nate voci di un possibile esonero del mister toscano entro la serata di martedì, si sono scatenati commenti e contestazioni. C’è però chi va controcorrente: Filippo Maniero, ex attaccante di Milan, ma anche di Parma, Venezia e Brescia, ha spiegato le sue ragioni in un’intervista a IlSussidiario.net.

Molti tifosi del Milan si ricordano la grande squadra che padroneggiava in Italia e in Europa. Ma tutti noi dobbiamo metterci in testa una cosa. Non è un Milan competitivo per le prime posizioni in classifica, potrà al massimo lottare per l’Europa League, certo, partite come quella contro il Chievo sono da vincere.” Con queste frasi, Maniero dice la sua riguardo la contestazione e la qualità della rosa rossonera, mentre su Allegri: “Non ha molte colpe il tecnico, la rosa è inadeguata, la società ha sbagliato all’inizio quando parlava di lotta per i primi tre posti. Non è così e lo sanno anche loro”. Se è vero che in attacco il Milan ha a disposizione attaccanti di livello, le possibilità di mettere la palla in rete ultimamente sono sempre meno: “E’ ingiusto prendersela con Balotelli o Matri, il problema è che se prima agli attaccanti rossoneri arrivavano dieci palloni, oggi ne arrivano due o tre tanto per fare un esempio”.

Se la squadra non gira, dunque, è perché in mezzo al campo mancano giocatori in grado di produrre un gioco che sia degno della gloriosa storia milanista, spiega Maniero: “Mancano giocatori in grado di dare maggiore qualità al centrocampo e alla manovra rossonera.” Sull’arrivo di Honda a gennaio: “Mah, non è che in Champions League faccia la differenza, non mi pare un calciatore in grado di cambiare la squadra”. Perplessità sul giapponese, quasi come i dubbi che circondarono il ritorno di Kakà due mesi fa. Ma alla fine sarà sempre il campo a parlare.

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