Non è proprio tutto da buttare

Barcellona vs Ac MilanIl Milan esce sconfitto dalla sfida del Camp Nou, ma rispetto alle ultime partite, i rossoneri scendono in campo con maggior grinta e determinazione. Allegri dispone la squadra con un intelligente 4-4-1-1 di stampo difensivo: l’obiettivo è chiudersi con compattezza e solidità, mantenendo otto uomini impegnati in prevalenza nella fase di non possesso, aspettare sulla propria trequarti le avanzate blaugrana, per poi aggredire e ripartire con efficacia. E la partenza, per lo meno dal punto di vista tattico, è buona: il Barça riesce a creare occasioni sfruttando il proprio elevato tasso tecnico, ma fatica a imporsi e a dettare legge. Poli e Muntari si spingono un po’ troppo in avanti- anziché fare legna e preoccuparsi della fase di copertura- e non sempre ripiegano, ma corrono finché hanno benzina nelle gambe e si battono fino alla fine. I centrali di centrocampo, Montolivo e De Jong, mancano di lucidità ma assicurano furore, intensità e interdizione. Di conseguenza, il gioco blaugrana non riesce a svilupparsi con fluidità. Il Barcellona riesce a sfondare solo sulla nostra fascia sinistra, presidiata da un Emanuelson– come sempre- non all’altezza della situazione, in quanto inconsistente in fase difensiva e non efficace in proiezione.

Peccato che, alla mezz’ora di gioco, il signor Mazic sanzioni con un calcio di rigore un leggero tocco di Abate su Neymar. Sul dischetto si presenta Messi che, con una botta centrale, batte un Abbiati che nel corso della gara compie buoni interventi ma che al 22′ rischia di commettere un grave errore. In ogni caso, il Barça passa in vantaggio. Il Milan prova a reagire: sugli sviluppi di una buona azione di rimessa, Poli serve Montolivo, che però calcia fuori. Trattasi della classica reazione successiva a un torto, ma precedente un calo psico-fisico. Un Mexes che gioca su buoni livelli colma un errore di Zapata, troppo lento e discontinuo, e respinge di testa un pallonetto di Messi. E al 40′, sugli sviluppi di un calcio di punizione, il Barça trova il gol del raddoppio: la difesa rossonera, malgrado possa protestare per un presunto fuorigioco, resta immobile e Busquets segna indisturbato. Il tutto sebbene Sergio e Piqué siano gli unici saltatori degni di nota presenti nella formazione di Martino.

La disfatta, nonostante una prima mezz’ora discreta, sembra nell’aria. Ma sul finire del primo tempo, Kakà ritrova il guizzo dei tempi migliori: salta Dani Alves, accelera sulla fascia, entra in area e tenta un cross che Piqué devia in rete, riaprendo le sorti della gara. Nella ripresa, al posto di un Robinho spento e per nulla incisivo, entra Balotelli. Mario parte al meglio: la mette sulla fisicità, fa salire la squadra, difende bene la sfera e cerca di creare occasioni. Ma Kakà, da pochi metri, non riesce a deviare in rete un cross figlio del gran lavoro del Balo. Il Milan ci crede, ma non riesce a colpire e a sfruttare i varchi che il Barça concede tra le linee, sulla propria trequarti. Le squadre si allungano: il Barcellona può segnare in contropiede, ma i rossoneri riescono a salvarsi e dispongono a loro volta di possibilità per ripartire. Possibilità che, però, non vengono sfruttate. Le conclusioni dalla distanza e le verticalizzazioni per Balotelli scarseggiano e, con il trascorrere del tempo, il Barça ha sempre più occasioni per chiudere i conti.

Neymar fa tutto bene ma mette fuori e Abbiati compie due buoni interventi, mentre il Milan dà l’impressione di non averne più, di avere perso già troppe volte l’ultimo treno, l’occasione per il pareggio, e di crollare dal punto di vista fisico. Impressione che si tramuta in concretezza. Allegri getta nella mischia Birsa e pensa di riproporre Matri ma, mentre Alessandro è pronto per entrare, il Barcellona segna il gol del tre a uno: sfruttando la stanchezza dei nostri, Fabregas e Messi mettono a segno una triangolazione perfetta, finalizzata proprio dall’argentino. E’ la fine. Il Milan non sfigura: dimostra ingenuità e non riesce a cogliere l’attimo per scrivere un epilogo migliore, ma combatte (quasi) fino alla fine, si dispone in campo con criterio e perde con dignità.

La classifica del girone, dal momento che ci troviamo al secondo posto, ci sorride ancora. Ora bisogna pensare a riprendere il contatto con la vittoria. Il prima possibile, a partire dalla prossima gara di campionato, domenica pomeriggio, al Bentegodi di Verona. Vietato sbagliare ancora. Forza, Vecchio Diavolo, metti da parte la superficialità che ti sta contraddistinguendo in campionato e riprendi il feeling con i tre punti!

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