Tanti auguri Jean-Pierre Papin! Il campione francese compie oggi 50 anni

PAPINJean-Pierre Papin è arrivato da Marsiglia in sordina nell’estate del 1992, nello stesso periodo di altri due mostri sacri rossoneri: Dejan Savicevic acquistato dalla Stella Rossa e Zvonimir Boban di ritorno dal prestito al Bari. Per i tifosi rossoneri è un ricordo agrodolce, la fama di essere il secondo giocatore al mondo dietro a Marco Van Basten lo precedeva: il problema è questo, due galli nel pollaio non possono coesistere. Ad enfatizzare il problema era la regola che prevedeva che in campo fossero schierati solo tre stranieri e con in campo Gullit, Van Basten e Rijkaard, era difficile trovare spazio in squadra. A suon di reti, vittorie e prestazioni convincenti è riuscito ad entrare nel cuore dei supporters milanisti; un ottimo traguardo se si considera il biglietto da visita della Coppa Campioni 1991.

Oggi JPP o JPP Le Moko, come lo chiamava amichevolmente Pellegatti storpiando il nome di Pèpè Le Moko narrato ne Il bandito della Casbah di Henri La Barthe, compie 50 anni. Cogliamo l’occasione per augurare un felice compleanno al francese, raccontandone le gesta e i numerosi successi. Il francese muove i suoi primi passi nell’INF Vichy prima di esordire a livello professionistico con la maglia del Valenciennes. Il passaggio al Club Bruges segna la sua definitiva consacrazione: vittoria della coppa nazionale belga e il passaggio all’Olimpique Marsiglia. Dal 1986 al 1992 vince quattro scudetti francesi consecutivi, una coppa di Francia e il Pallone d’Oro; Papin si fa conoscere a livello internazionale e mezza Europa se lo contende, alla fine è il Milan a spuntarla riuscendo a strapparlo alle concorrenti.

Il Milan conosceva da tempo JPP, sin dal marzo del 1991 durante i quarti di finale di Coppa Campioni: nella famosa doppia sfida tra i rossoneri e l’OM che terminò con il famoso fattaccio del riflettore. La gara d’andata a San Siro terminò per 1-1 con le reti di Gullit e Papin, mentre il ritorno finì per 1-0 in favore dell’OM con il goal di Waddle su assist dell’onnipresente francese. Finale di gara concitato con i fotografi che entrano in campo pensando che l’incontro fosse terminato, poco prima dello spegnimento del famoso riflettore. Dopo il black-out, i rossoneri si rifiutano di rientrare in campo: il risultato fu sconfitta a tavolino ed esclusione per un anno dalle coppe europee. Dopo l’anno di squalifica, i rossoneri tornano in Champions e perdono la finale proprio contro l’Olimpique con Papin stavolta in rossonero.

Al Milan, Papin vince due Scudetti, due Supercoppe italiane e una Champions League prima di passare in Germania al Bayern Monaco dove vince un Coppa UEFA. Nel 1996 torna in Francia e milita nel Bordeaux, nel Guingamp, nel Saint Pierroise e chiude la carriera a 45 anni nelle fila dei dilettanti del Facture Biganos. La sua vita da allenatore non è stata molto fortunata; molto più gratificante la vita da padre: cinque figli tra cui Emilie, ammalata e bisognosa di cure costanti. Con la moglie Florence, Papin ha fondato Neuf de Coeur, un’associazione che si occupa di sostenere le famiglie dei bambini affetti da lesioni cerebrali come Emilie. Un grande uomo prima di essere un grande calciatore, non ci si stupisce se è riuscito a fare breccia nel cuore dei tifosi del Milan in così poco tempo di militanza in maglia rossonera.

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