Il colore della consacrazione

Un rigore alla sua maniera, che mancava da più di 4 mesi (Torino-Milan 2-2). Era dal 7 dicembre scorso (Livorno-Milan) che i gol di Balotelli, da soli, non valevano punti in classifica per il Milan. Allora la doppietta valse un punto, ieri la solita vecchia (e ritrovata) freddezza dal dischetto ha deciso una vittoria di grande valore. Allora in panchina c’era Allegri, ieri Seedorf.

Non una semplice differenza. Perché Mario, ora come non mai, può davvero fare il salto di qualità (anche) nella testa, grazie proprio a Seedorf, con il suo stesso colore della pelle, dettaglio non indifferente, e con le giuste intenzioni. Non che Allegri non ne avesse. Il “Professore” ha un glorioso passato da giocatore che influisce molto sui giocatori, si fa rispettare con il dialogo e non con le urla, con la dolcezza e non con la critica a prescindere. Clarence ha saputo subito toccare i punti giusti con Balo, lo ha caricato in privato e coccolato in pubblico. Tra di loro si è creato un feeling immediato ed intenso, forse la base per la definitiva consacrazione di Mario Balotelli da promessa a campione.

In campo, ad onor del vero, il Balotelli di Allegri non è stato così diverso dal Balotelli di Seedorf. Tiri dalla distanza (fin troppi), contrasti vinti, diverse azioni di forza e qualche pallone perso: una prestazione sufficiente, con anche dei momenti di nervosismo. Contro il Verona non si è espresso al meglio, ma Balotelli si è dimostrato nuovo all’82’, quando dopo aver spiazzato Rafael ha indicato e sorriso verso Seedorf, il suo allenatore, per una dedica. Immediato il cambio di favori, con l’olandese che lo ha ringraziato con lo stesso gesto. E pensare che Mario ha rischiato anche di non giocare, accusando un piccolo problema nel riscaldamento: falso allarme. Un momento emozionante, l’inizio, speriamo, di uno percorso vincente per il bene del Milan.

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