Il Ra-Mex non s’ha da fare?

Quando a settembre il Milan comunicò a tutti l’ufficialità dell’acquisto di Adil Rami, sembrò chiaro e palese che si andava verso un futuro, o comunque una seconda parte di stagione, rossonero a forti tinte transalpine. La coppia centrale di difesa che molti designavano da gennaio in poi per i rossoneri sarebbe stata formata da due francesi: Rami e Mexes. Ora, che l’arrivo dell’ex centrale del Valencia è stato ufficializzato anche sul campo con l’esordio negli ultimi minuti della gara di campionato contro l’Atalanta, questa (quasi) certezza non appare più tale. Molte cose sono cambiate in questi mesi nelle gerarchie di Massimiliano Allegri per quel che riguarda la sua retroguardia ed in particolare la coppia titolare dei centrali.

Prima della gara giocata dall’inizio contro i bergamaschi, infatti, Philippe Mexes era diventato quasi una “seconda” scelta e aveva dovuto spesso e volentieri lasciare il posto al più esperto ed affidabile Daniele Bonera. Quest’ultimo, in coppia con Zapata, aveva fatto molto bene e si era conquistato un dicembre da protagonista. Da lì in poi le percezioni e le idee sul biondo difensore sono cominciate a cambiare all’interno dell’ambiente rossonero, tanto da arrivare a considerarlo come uno dei possibili “sacrificabili” per guadagnare qualcosa sul mercato ed investirlo per arrivare al tanto agognato centrocampista. Ora si continua a parlare di possibili trattative che lo porterebbero lontano da Milano nonostante la cosa non venga vista di buon occhio dai tifosi milanisti che non vedono di buon occhio una sua partenza.

Al contrario, invece, Rami sembra corrispondere alla perfezione all’identikit del difensore che il Milan cercava. Alto, forte fisicamente, sicuro ed affidabile nel gioco aereo, attento nelle marcature ed efficace nell’uno contro uno. Certo, non sarà un fulmine di guerra e non avra i piedi di Thiago Silva, ma il suo mestiere lo conosce e lo sa fare anche abbastanza bene. Per lui, quindi, si prospetta sempre di più un futuro rossonero e la speranza è che possa davvero dimostrare di poter diventare il cardine della terza linea del Diavolo. Una speranza per questa stagione, certo, ma anche e soprattutto per il futuro, quando si potrebbe costruire una difesa attorno alla sua presenza.

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