Robinho: che a Sassuolo non sia l’ennesima pellicola già vista…

Gli allenatori, si sa, sono creature strane. Faticano a rivedere le loro scelte, le loro gerarchie, nonostante il campo gli abbia magari già fornito infinite prove provate e nonostante questo, in alcuni casi, gli costi partita, risultato e infiniti malumori nell’ambiente. Gli allenatori, spesso e volentieri, con i loro pupilli ci vanno a fondo. Anche se può sembrare assurdo, anche se le alternative in molti casi esistono eccome. Come non citare, ad esempio, l’ostinata caparbietà di Rudi Garcia nel regalare una maglia da titolare a Ljajic, anche domenica stritolato e impaurito dall’impeccabile gabbia costruita da Antonio Conte? Come non citare Walter Mazzarri, che da settimane ha penuria di idee e polmoni nel suo centrocampo, eppure continua a non regalare una chance al promettente Kovacic?

Massimiliano Allegri si inserisce perfettamente in questa sequenza di tecnici caparbi al limite del masochismo. Una scelta, in particolar modo, sta destando non poco stupore tra tifosi e addetti ai lavori: perché riproporre di nuovo il Robinho visto contro l’Atalanta? Perché non voltare pagina definitivamente, non regalare una chance vera a Saponara o non far debuttare da subito il neo numero 10 Honda? In tanti se lo chiedono, quasi nessuno trova una risposta convincente.

La verità è che, quando ci sono di mezzo Binho e Muntari, Allegri fatica ad essere obiettivo. Li vede fondamentali nella sua squadra ideale, li considera più forti e più importanti nella manovra rossonera di quanto forse in realtà non siamo. Continuiamo sul brasiliano: autore di una prova piena di sbavature, imperfezioni e povera di contenuti già contro l’Atalanta, non ha mai saputo riproporsi sui livelli del primo anno in maglia rossonera. Infinite occasioni, pochissime risposte positive. Perché, dunque, continuare a preferirlo a chi tutte queste chances non le ha sicuramente mai avute? Il derby di Ricky Saponara era stato buono, molto buono. Keisuke Honda è arrivato entusiasta, pieno di voglia di far bene e ha scatenato la curiosità di tutti. Giustissimo, certo, preservare il partente Alessandro Matri dalla probabile, ennesima brutta figura, ma perché non provare qualcosa di nuovo? I film già visti perdono sapore, soprattutto quando l’amaro in bocca vince sul lieto fine…

 

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