Addio alla peggiore stagione del secolo. E la panchina traballa in tutte le sue parti

Termina nel modo peggiore e più prevedibile la disastrosa stagione rossonera, una delle più buie dell’era berlusconiana e, più in generale, di tutta la ultracentenaria storia del Milan. Con la vittoria del Parma viene reso inutile il successo degli uomini di Seedorf sul Sassuolo. Saranno i gialloblu a disputare i preliminari della prossima Europa League. Un verdetto amaro, ma prevedibile e meritato, perché il Milan visto quest’anno, soprattutto nel girone di andata, è stato davvero quanto di peggio ci si potesse aspettare, privo di gioco, di idee, di carattere e con la peggiore difesa da quando la serie A è a 20 squadre e comunque la più bucata da oltre mezzo secolo. Un dato pazzesco, che ben fa capire la portata del disastro rossonero di questa stagione, una stagione che dovrà assolutamente costituire un punto dal quale ripartire, da zero. IN RIBASSO.

Tra le poche note liete di questo campionato molto negativo vi è certamente Nigel De Jong, che anche ieri sera ha disputato una gara abbondantemente sopra la sufficienza. Il centrocampista olandese, fresco di convocazione nella lista dei 30 papabili per il Mondiale con la nazionale dei tulipani, sembra essere uno dei pochi punti fermi dai quali il Milan può ripartire per costruire una squadra competitiva in vista dei prossimi anni. Anche contro il Sassuolo si è dimostrato il solito leone, l’unico in grado di lottare su ogni pallone senza lasciare un briciolo di terreno agli avversari. Una prestazione da leader, impreziosita da un gol su punizione, seppur su fortunosa deviazione. Una cosa è certa: il Milan un punto fermo lo ha trovato. IN RIALZO.

Decisamente negative, invece, le continue voci sul futuro della panchina rossonera. Dopo la continua telenovela su Seedorf, adesso sarebbe a serio rischio anche Mauro Tassotti. Neanche Galliani se l’è sentita di smentire il tutto, il che significa che c’è una solida base di verità. E, soprattutto, è stato lo stesso vice-allenatore milanista a dichiarare che “c’è la possibilità che possa smettere, potrebbe essere la mia ultima a San Siro, oppure no”. Ecco, come detto per De Jong a proposito di basi dalle quali ripartire, quell’“oppure no” è un’altra di quelle. Tuttavia, sappiamo bene che il futuro non dipende tanto da Tassotti ma, come ha fatto chiaramente intendere Galliani, “nel calcio si formano coppie di allenatori e vice-allenatori e quindi può succedere che uno segua l’altro”. Sarebbe opportuno, in questo caso, che Tassotti continui a seguire gli allenatori che arriveranno sulla panchina del Milan. IN RIBASSO.

In conclusione, vogliamo spezzare una lancia a favore di Clarence Seedorf, che sembra ormai vittima predestinata. Per l’ennesima volta ricordiamo che il tecnico olandese, pur non riuscendo a ottenere la qualificazione all’Europa League, ha certamente dato una sferzata di positività a tutto l’ambiente, positività basata tutta sui risultati. Dati alla mano, infatti, l’ex numero 10 ha totalizzato 35 punti in 19 partite di campionato, finendo terzo nella classifica del girone di ritorno, dietro soltanto alle corazzate Juventus e Roma. Nettamente a favore di Clarence il confronto con la prima parte della stagione di marca Allegri, soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva. La squadra, infatti, sotto la guida del tecnico livornese aveva subito 30 gol in 19 match, scesi a 18 sotto la gestione dell’Olandese. Nettamente a favore di Seedorf anche il computo delle vittorie (11 a 5). E, allora, risulta incredibile, anche alla luce dell’insistenza con cui veniva riconfermato Allegri domenica dopo domenica, che Seedorf sia, al contrario del suo predecessore, perennemente in discussione. A  nostro modestissimo parere, esonerarlo significherebbe partire con il piede sbagliato nell’opera di ricostruzione, poiché, fino a ora, Clarence ha solo fatto bene. IN RIALZO.

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