Corsa, dribbling e qualità: ElShaa e un grande ritorno che non basta

Una delle poche note positive della partita disputata dal Milan oggi pomeriggio è stata senz’altro il ritorno in campo di Stephan El Shaarawy, al rientro da un infortunio che l’aveva tenuto lontano dai terreni di gioco per cinque mesi esatti. Entrato nel secondo tempo, al posto di un Honda mai in partita, l’attaccante italo-egiziano è riuscito a mettersi in luce e a disputare una buona prova.

Nella posizione di esterno sinistro d’attacco, ruolo che predilige e che ricopre al meglio, El92 ha corso molto, si è dato da fare, ha partecipato alla fase difensiva con regolarità, si è mosso bene, ha saltato il dirimpettaio con facilità, ha spesso creato superiorità numerica, ha cercato di sfornare giocate di classe e, soprattutto, ha avviato l’azione che ha portato al momentaneo vantaggio rossonero. Già, con un buon intervento a metà campo, El Shaarawy ha recuperato palla con decisione e ha permesso Montolivo di imbeccare al meglio Muntari. Insieme a De Jong, Stephan è stato l’unico a giocare con ordine, disciplina tattica, grinta e intelligenza. La strada che porta alla rinascita è ancora lunga e tortuosa, ma è giusto sottolineare come oggi El Shaarawy si sia distinto dalla massa e abbia fatto il massimo per rendersi utile alla causa.

Ora l’esterno offensivo originario di Savona è chiamato a non abbandonare più la retta via e a continuare a lavorare con quella professionalità e con quella dedizione da cui era stato contraddistinto durante la scorsa stagione. E’ questo, infatti, l’unico modo per riprendersi il Diavolo e tornare a essere un giocatore promettente e, allo stesso tempo, di livello. Sì, perché El Shaarawy ha grandi qualità e può rappresentare una pedina fondamentale per il Milan del futuro.

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