Rossoneri in Nazionale, il borsino aggiornato verso il Mondiale

Il Mondiale è ormai alle porte e per i rossoneri convocati nelle rispettive nazionali rappresenta, a seconda dei casi specifici, la vetrina ideale per prendersi una rivincita o cercare una conferma. C’è infatti chi tenta di riscattarsi da una stagione sottotono o trascorsa in gran parte in panchina (è il caso di Honda, Zapata, Essien); c’è chi vede in Brasile 2014 il coronamento di un’annata sorprendente e al di sopra di ogni aspettativa (De Jong); c’è chi aspira, dopo anni di convocazioni, ad essere riconfermato come indispensabile (Muntari, Montolivo) e poi c’è chi insegue in maniera quasi «ossessiva» la consacrazione definitiva (Balotelli).

Ma andiamo per ordine partendo da quelli che sono forse i casi più spinosi nell’ambiente rossonero: Abate e De Sciglio. I due terzini sono considerati giorcatori assolutamente affidabili da Prandelli e verrano certamente inseriti nella lista definitiva dei ventitrè che andranno diretti in Brasile. Indubbiamente però la titolarità, dopo una stagione di alti bassi e trascorsa fuori ruolo (De Sciglio dirottato sempre sulla corsia di destra) oppure a «lottare» con Seedorf per ottenere una maglia dal primo minuto (Abate), non appare più una cosa scontata. A chiudere la rapresentativa rossonera nella Nazionale maggiore, le situazioni di Montolivo e Balotelli. Entrambi, considerati pilastri dal commissario tecnico, hanno manifestato più volte il desiderio di una rivincita, vuoi per la tempesta di critiche che piovono da sempre su Balotelli, vuoi per l’orgoglio ferito di essere messo in discussione da Seedorf (é il caso di Montolivo).

Passando velocemente in rassegna gli altri «nazionali», abbiamo un Ghana a tinte sempre più rossonere grazie alla presenza (immancabile) di Muntari ed Essien (oltre che dell’ex rossonero Boateng). Per il primo si tratterà di confermare quanto mostrato quest’anno (spirito di sacrificio, decisività nel momento del bisogno). Per il secondo sarà necessario lasciarsi alle spalle la deludente stagione appena trascorsa e rispolverare almeno parte della classe che, nel corso degli anni, lo ha condotto ad essere uno degli «inossidabili» di Mourinho. Simile ad Essien la situazione di Honda: al di là della grande applicazione, il giocatore nipponico sembra aver perso le sue famose «geometrie». Ma calato nel contesto più «famigliare» della nazionale giapponese Honda ha sempre espresso le sue doti migliori.

Pilastro della difesa del Milan di Allegri, Zapata ha perso la titolarità, complice qualche svarione di troppo e le prestazioni nettamente più convincenti di Rami. Nella Colombia di Zuniga, Guarin e Muriel, non sembra però rischiare il posto accanto all’inossidabile Yepes.

Infine la nota più lieta di questa lunga stagione martoriata: Nigel De Jong. Arrivato in sordina due anni fa e dopo aver faticato a entrare negli automatismi di gioco, il grantico centrocampista olandese si è integrato progressivamente, superando l’infortunio che lo ha tenuto per mesi lontano dai campi di gioco. Quella appena trascorsa è stata la stagione migliore della sua carriera. Indiscusso protagonista del derby, De Jong e gli altri compagni orange avranno il difficile compito di arginare l’agguerrita Spagna nella prima partita del girone B. Ma con Cile ed Australia il passaggio di turno, sulla carta, non appare impossibile.

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