Seedorf, per la conferma servirà tifare contro Ancelotti: il punto

L’idea di prendere il più in fretta possibile una decisione in merito alla posizione di Seedorf è durata pochissimo al Milan, un rinvio di 10 giorni, scrive stamane La Gazzetta dello Sport, per superare le elezioni così da aggevolarare il lavoro di Silvio Berlusconi. Seedorf rimane appeso ad un filo, si ne parla quasi sempre ma quasi solo per legarlo ai nomi dei suoi successori: Donadoni, Spalletti ed Inzaghi alla pari al 30%, papabili, interessanti, ma non così convincenti.

La soluzione ai problemi si chiama Ancelotti, secondo la prima pagina del Corriere dello Sport ed anche Tuttosport, sicuro di lasciare in caso di sconfitta nella finale di Champions. Da domenica, dunque, i rossoneri potrebbero sognare un suo clamoroso ritorno, ma rimane davvero impensabile immaginare questo scenario: Ancelotti ha appena ribadito la volontà e voglia di rimanere al Real Madrid e guadagnerà 13.5 milioni di euro (lordi) a stagione fino al 2016, servirà strapparlo con la forza ma senza poter reggere il confronto sul piano economico. Le voci su Carletto alleviano i dolori di una stagione disgraziata, al momento nulla più. Anche perché l’addio di Seedorf è probabile ma non scontato, quasi solo per una questione di soldi: in caso di esonero sarà impossibile trattare sui 2.5 milioni che gli spettano ogni anno per i prossimi 2 anni, la società sta facendo i conti ed il Presidente rossonero alla fine potrebbe anche non cambiare rotta in panchina.

Il paradosso è anche questo, un ipotetico no di Ancelotti sarebbe oro per Seedorf: a quel punto la conferma sarebbe più vicina, rispetto all’arrivo di Donadoni. Basterà aspettare sabato sera e tifare contro il suo (amico ed) ex allenatore. Infine, in evidenza anche le indiscrezioni lanciate da QS: il Milan aveva offerto un contratto triennale da 5 milioni di euro a stagione ad Antonio Conte, poi “costretto” dalla Juventus a rispettare l’accordo fino a giugno 2015.

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