Un atto di fede non più dovuto

Nel giorno del suo compleanno è Adriano Galliani a chiedere un regalo ai tifosi. Fiducia. Parola dal suono dolce ma soprattutto rischioso, prima da conquistare e poi da mantenere. L’AD rossonero ha grande esperienza, furbizia e maestria nello spendersi in pubblico, riuscendo quasi sempre a rendere prezioso qualcosa di normale, vecchio.

Questo Milan non fa sognare, non può bastare per competere ed interessa meno a livello internazionale. Va ammesso, va detto. Questo Milan ha bisogno della propria gente. Metterci la faccia, promettere e non mantenere non va di più, più che credere nella squadra si è (ancora) già stanchi prima di iniziare davvero. Un atto di fede è spontaneo, nasce nel cuore e non c’è verso di interromperne la corsa. Ma nel mondo del calcio non c’è via di scampo dal denaro: per sopravvivere bisogna spendere. Ecco perché i milanisti vogliono un mercato all’altezza, Galliani non può più pretendere che la fiducia dei milanisti sia dovuta per storia e passato. Menez, Rami, Alex, Agazzi ed Albertazzi non riempiranno San Siro, privarsi di Mario Balotelli nemmeno.

L’estate in piena corsa assomiglia ad un film già vissuto, promemoria di una stagione in salita. E’ essenziale dare una scossa, oppure ammettere la realtà ormai stranota. Filippo Inzaghi merita rispetto, gli va data la possibilità di giocarsela davvero, non per forza ad armi pari ma con una progetto futuribile. L’atto di fede arriverà per natura, ma mai come oggi si scontrerà con la pazienza. In esaurimento.

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