Vademecum per chi Mastalli lo ha scoperto “solo” ieri al Brianteo…

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Chi ha la fortuna, come me, di conoscere la famiglia Mastalli, sa che il loro concetto di calcio è sempre stato (ed è a maggior ragione oggi) legato fortemente al divertimento, alla spensieratezza e alla giusta dose di serietà e concentrazione senza che mai vengano meno tutti gli altri aspetti della vita. Perché il calcio è importante, è tanto, ma non è tutto. Alessandro, come papà Ennio, ha sempre ben in testa il proprio obiettivo. Costante come pochi, leader in germe nonostante la giovanissima età, è uno di quegli elementi che, un giorno, potrà raccontare di esser stato allevato e coccolato da Pippo Inzaghi in tre diverse categorie: gli Allievi Nazionali, la Primavera e la prima squadra. Nulla di nuovo per chi segue il Masta, per chi sa come lavora e per chi conosce il rapporto che lo lega al mister. Un qualcosa di speciale che è sempre andato oltre, da quando nel 2012 gli assegnò la prima fascia da capitano.

Vederlo imporsi al Brianteo, essere protagonista in entrambe le azioni vincenti, inserirsi nell’area avversaria come se non ci fosse un domani, testimonia sicuramente la bontà del lavoro formativo dei preparatori rossoneri, a partire dal fedele Roberto Boerci (che con Ale condivide una bellissima istantanea, teste appoggiate, occhi negli occhi), passando ovviamente per Inzaghi e arrivando, o meglio, partendo da un punto fondamentale: la famiglia. Mamma e papà, ma anche Leonardo, Martina e Christian, fratelli sempre presenti, creano un quadro ideale e invidiabile. “Io giocavo a livello amatoriale, in prima e seconda categoria. Quando non ero impegnato, scappavo sempre a vedere mio fratello. Poi ho smesso col calcio giocato e lui è arrivato al Milan“, aveva spiegato proprio Christian a SpazioMilan.it qualche tempo fa. E nel frattempo il “piccolino” un po’ di strada ne ha fatta. Fino a ieri, quando questo classe ’96 con la scorza da duro ha spiegato ai presenti il significato di cuore sempre oltre l’ostacolo.

Come papà: “La differenza è che lui riesce a fare anche la fase di non possesso, io invece ero più rapido – le parole di Ennio sempre a SpazioMilan.it -. Ero un giocatore diverso, lui sa fare tutte e due le fasi, io ero un po’ più veloce, ma pensavo più ad attaccare che a difendere“. Diciamo che ieri anche Alessandro ha pensato molto ad attaccare o, in alternativa, si può dire che è stato molto presente a ridosso della porta. Come in occasione del gol, dove, è vero, la grande azione la fa Mastour, ma il merito di trovarsi nel posto giusto al momento giusto è tutto del figlio d’arte. E occhio, Ennio, che questo figlio alla fine non superi il maestro: nessuna pressione addosso, tu mi insegni, ma certe qualità umane e professionali non crescono sotto i cavoli.

Twitter: @Chrisbad87

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