Parametri zero: scelta obbligata, non di Galliani. Tavecchio non è l’uomo “nuovo”, ma Albertini…

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Pronto Florentino que tal? Avrei bisogno di un grande portiere perché Abbiati ha qualche acciacco a 37 anni, Gabriel é acerbo e Agazzi inadeguato. Mi daresti uno dei tuoi, magari Diego Lopez”.”D’accordo Adriano, te lo cedo a basso costo, tanto noi abbiamo preso Navas e abbiamo ancora Casillas, idolo dei tifosi”. “No Florentino, non hai capito. Anche quest’anno non ho soldi a disposizione, dovresti darmelo gratis, come hai fatto un anno fa con Kaká”. “Va bene, Adriano, ti faccio questo ennesimo “regalo” solo perché sei tu. In nome della nostra antica amicizia”. É andata piú o meno cosí la telefonata che ha portato al Milan l’inaspettato e non previsto rinforzo tra i pali. Quanti altri dirigenti giovani e raccomandati avrebbero potuto fare un’operazione del genere? L’ennesima. Senza sborsare un euro. Come Alex, Menez e Armero.

La politica dei “parametri zero” per cui viene dileggiato Galliani non é una scelta dell’ad rossonero, ma un obbligo, in assenza di risorse economiche. Le risorse dovevano o dovrebbero arrivare da cessioni illustri (Balotelli, De Sciglio o De Jong), ma per il momento non vi é traccia di introiti e quindi Galliani deve arrangiarsi come meglio può. E risorse come quella di farsi “regalare” gli esuberi di Real Madrid e Psg non é da tutti. Anzi. Cosiccome non é da tutti con vincere Cairo ad aspettare fino al 31 agosto per cedere Cerci, il vero fiore all’occhiello della campagna acquisti rossonera. Chi altro ce la farebbe?

Capitolo presidente federale: é difficile capire i giochi di potere e gli equilibri economici del nostro calcio. E certo io non sono qui a dire di capirli e tantomeno di spiegarli. Tavecchio non é il nuovo, é vero. Ma Albertini lo sarebbe stato? Ma come? Albertini é stato vice commissario straordinario di Guido Rossi durante Calciopoli e poi vice della criticata gestione Abete per 7 lunghi anni. Morale: Tavecchio non é il nuovo ma nemmeno il suo avversario elettorale lo sarebbe stato. Ho letto su illustri quotidiani che per settimane hanno sostenuto Albertini che Tavecchio e i vincenti “hanno obiettivi chiari legati ai poteri forti e alla spartizione dei diritti tv”. E mi sono domandato: ma la tv a “caro” prezzo che ha spinto Albertini lo ha fatto solo per amore del calcio? E ancora: a livello Mondiale (anche con la m maiuscola) Rupert Murdoch é forse un potere debole? Quesiti che molti preferirebbero che tenessi per me. Ma io preferisco pormi le domande che gli altri non si pongono piuttosto che retwettare i complimenti dei followers per sentirmi importante. Chi lo fa, per fortuna (del Milan), non lo é. Saluti.

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