Parma: fantasia Cassano, problemi dietro

In occasione della seconda giornata di campionato, il Milan di Pippo Inzaghi fa tappa all’Ennio Tardini di Parma. I ducali sono reduci da una brutta sconfitta, subita per mano del Cesena all’esordio stagionale, e sono reduci da una campagna acquisti caratterizzata dalla partenza di Amauri e di Marco Parolo che, nella scorsa stagione, si era rivelato una pedina di fondamentale importanza. Roberto Donadoni deve inoltre fare i conti con l’infortunio di Biabiany, con un Paletta non al meglio e con un gruppo non in condizione e tutt’altro che motivato. Insomma, per affrontare il Parma, non avrebbe potuto esserci momento migliore. Tuttavia, tra le mura amiche, gli emiliani potrebbero trovare gli stimoli giusti per mettere in scena una buona prestazione.

Punti di forza: Cassano; Acquah.
La maggior parte delle trame offensive gialloblù passeranno dai piedi di Antonio Cassano che, malgrado i trentadue anni compiuti a luglio e un pessimo Mondiale disputato, rimane il giocatore del Parma in possesso di maggiori qualità tecniche. Pur non essendo ancora in piena forma e manifestando problemi sotto l’aspetto della mobilità, l’ex promessa di Bari Vecchia dispone di senso del gioco, è in grado di assicurare inventiva e fantasia e difende bene la sfera. Con le sue giocate, anche se da fermo, potrebbe mettere in difficoltà la retroguardia rossonera. Fulcro del gioco. Da controllare con attenzione. Importante per l’economia del Parma è anche Acquah che, nonostante non disponga di doti balistiche eccezionali, è l’unico centrocampista portatore di grinta, solidità, efficacia, fisicità, dinamismo e abilità in fase di rottura. Inoltre, sa rendersi pericoloso di testa ed è abbastanza bravo a inserirsi negli spazi. Superarlo, se in forma e determinato, non sarà facile. L’incontrista ghanese, classe ’92, rappresenta un ostacolo di tutto rispetto. Osso duro.

Punti deboli: poca interdizione; reparto arretrato.
Eccezion fatta per il faticatore Acquah, in mediana, il Parma non dispone di incontristi. Lodi ha una buona tecnica, tanto da sapere sfornare punizioni e conclusioni pericolose, alternate a lanci interessanti, ma è lento e non partecipa alla fase di non possesso. Stesso discorso vale per Jorquera che, spesso, si inserisce in maniera poco costruttiva e lascia scoperta la zona di competenza, non ripiegando e partecipando in maniera un po’ troppo saltuaria alla battaglia a centrocampo. Di conseguenza, dal momento che i mediani subordinando la fase offensiva a quella di copertura, il reparto arretrato soffre più del previsto e incontra difficoltà. Se poi aggiungiamo che la coppia centrale garantisce centimetri e fisicità ma è ingenua dal punto di vista tattico e pecca in mobilità, mentre i laterali sono ancora alla ricerca della condizione migliore e Mirante è un portiere non nuovo a commettere errori banali, ne consegue che la retroguardia emiliana può essere perforata senza problemi.

Giocatore chiave: Antonio Cassano.
Con il suo estro e la sua imprevedibilità, accompagnate da tecnica e intelligenza tattica, Cassano è l’asso nella manica a disposizione di Roberto Donadoni. Il fantasista pugliese è l’unico in grado di tenere in partita il Parma e, se fosse assistito dai suoi compagni di reparto, le incognite Palladino e Belfodil, potrebbe risultare decisivo a tutti gli effetti. Giocatore di classe. Mina vagante. Vietato sottovalutarlo.

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