Le nostre 50 sfumature di Marco

1) Dicevano che eri il più freddo e distante dei tre, ma non era vero per nulla. Una boiata gigantesca. A te il Milan e i milanisti piacevano, eccome se ti piacevano.

2) Basti ricordare quando segnavi, specie sotto la curva, a volte esultavi come un pazzo. Tipo nel 3-0 nel derby, diagonale su passaggio di Franz. Ti dovettero placcare.

3) O a Napoli, 5-1, quattro gliene hai piantate tu, e ogni volta andavi al settore dei nostri. L’hai fatto anche a Cagliari, non ricordiamo quanti, ma gliene hai fatti un bel po’ anche lì.

4) E poi a Madrid, appena dopo avere tirato fuori dal cilindro quel pazzesco carpiato orizzontale con torsione del collo. Pizzul che continuava a dire stupendo, stupendo, e tu sotto la Fossa al Bernabeu.

5) Quando San Siro era conciato da sbatter via dopo il Mondiale ’90, c’era il terreno buono per i cingolati. Al derby tu marcavi Serena sui calci d’angolo, prendevi una manciata di terra e gliela tiravi in faccia al momento dello spiovente.

6) Sì, perché eri superclass, magnificente, stiloso e pure cattivo. Quante botte con Vierchowod, lui menava come un fabbro eppure alla fine di tutto lui ha giurato che da te ne ha prese più che date.

7) A proposito, ti ricordi a Torino con Pasquale Bruno? “O’Animale” che ti pesta, ti minaccia, tu gli segni in faccia e mentre è ancora a terra a cercare la tua targa tu ti metti sopra di lui a gambe aperte e cominci a ballare la lambada. Capello ti tolse al volo, sarà stata la mezz’ora, l’hai mai ringraziato per averti salvato la vita?

8) Quando invece ti ha salvato il Berlusca – o meglio, ha salvato anche il Milan perché Sacchi aveva chiesto la tua testa. “O lui o io”, Arrigo, Arrigo, ma che t’era venuto in d’a capa?

9) A Tokyo 1990, quando facevi il pirla con Bruno Longhi che ti aizzava a parlare in milanese. “Sun chi col ghiaccio sul genoecc” “Ma questo è giapponese” “Ho imparato in fretta”

10) Sempre a Tokyo 1990, 3-0 intercontinentale all’Olimpia con i gol di Rijkaard e Stroppa. Che bugia, avevi fatto tutto tu. Pali, traverse, spettacoli di magìa.

11) La domenica dopo Marsiglia, c’era il derby e tu tappasti le bocche interiste con un altro dei tuoi gol chirurgici da fuori area. Zenga protestò come un forsennato, poveretto, cerchiamo di capirlo.

12) Quando facevi le foto a Milanello con Gullit e Rijkaard e sembrava la famiglia Bradford.

13) Quando hai segnato il primo dei tuoi gol a Barcellona con la Steaua, era il 2-0 e abbiamo realizzato che a soli 6 anni dalla Serie B e a 5 da Blissett eravamo campioni d’Europa e avevamo un centravanti cosi.

14) Il gol dei gol all’Europeo 1988, quello con la Russia in finale, ma non si può nemmeno provare a pensarla una roba così. Esultammo come se fosse stata una vittoria del Milan.

15) Un gol a Pescara di quel folle 5-4. Tu fermasti in piena area un proiettile, non un cross, che aveva sparato Lentini, o forse Tassotti. L’aggancio lo facesti con il piede destro, gamba tesa ben oltre l’altezza del bacino, la palla attaccata all’esterno collo come se avesse su del mastice. Portata giù, controllata e toccata nell’angolino più lontano. Per gli umani, una roba da caduta della mascella.

16) Ogni volta che rimanevi a terra dopo un calcio e sapendo della tua fragilità trattenevamo il fiato.

17) San Siro con l’Empoli, primavera 1988. Stavamo facendo 0-0, la rimontona sul Napoli che traballava. Sei entrato a inizio ripresa dopo sei mesi che stavi fuori, tempo un quarto d’ora e hai sparato una bietta da fuori all’incrocio dei pali. Lo stadio è esploso, a te ti ha fermato Mussi, l’unica volta che Mussi ha fermato qualcuno.

18) Quando a Verona ti sei rotto le palle di quella pagliacciata di arbitraggio, di partita e di campionato, ti sei tolto la maglia e te ne sei andato. La cosa più milanista che hai fatto.

19) Il saltello prima di tirare (e segnare) il calcio di rigore. Non hai idea di quanti piccioni si vedevano sui campetti amatoriali e di calcetto fare la stessa cosa passando poi al portiere.

20) Tutte le volte che giocando al Fantacalcio abbiamo pensato: per Van Basten avrei speso tutti i crediti.

21) Un po’ come ha fatto il Pres quando una notte ad Arcore ha visionato la famosa videocassetta con i tuoi gol e ha poi immediatamente fatto una telefonata a Braida: “Domani parta e vada a prenderlo”.

22) Quando a Belgrado hai dovuto fare due gol per averne uno buono e lanciarci verso la vittoria che ha cambiato la storia del Milan.

23) Le foto a fine partita a Barcellona 1989, con sciarpa rossonera, canotta (si sa mai di prender freddo) e Coppa Campioni in mano.

24) Le partite di backgammon con Gullit sui tanti aerei.

25) Una volta, col Bari, sei andato a tirare una punizione. Non lo facevi pressochè mai. Non c’erano in campo gli specialisti, Donadoni, Albertini, eccetera. Destro a giro come fumarsi una sigaretta (cosa che ogni tanto facevi). Gol.

26) Quella notte col Malines in 10. San Siro cattivo, incarognito di tifo come e peggio degli anni pre-Pres. E tu che la sblocchi nei supplementari, tra scene da Sant’Uffizio sulle tribune.

27) Quando, in genere in un pomeriggio di sole, alzavi nel cerchio di metà campo di San Siro il Pallone d’Oro.

28) La strepitosa quaterna col Göteborg a Milano chiusa da quella meravigliosa rovesciata. In una sera sola, il riassunto della tua immensa classe. Il canto del Cigno, purtroppissimo, ma noi non lo potevamo sapere.

29) Quando proprio grazie a quella serata vincesti il Pallone d’Oro: a Parigi a ritirarlo, poi in Svizzera a operarti. Con le stampelle già pronte in aereo.

30) Il tuo gol all’Ancona a maggio 1993. L’illusione che ce l’avresti fatta, ma bastava guardarti correre, o la paura nei contrasti, per capire che le cose non andavano affatto.

31) Quando sei uscito a 10 minuti dalla fine nella maledetta finale col Marsiglia e nessuno di noi immaginava che non saresti più rientrato.

32) La gioia della primavera 1994 di quando la Gazza scrisse che ti stavi allenando a Milanello, calciavi in porta e l’Olanda stava pensando di portarti ai Mondiali americani contro il parere del Milan.

Da 33) a 44) Se no la facciamo troppo lunga. La dozzina mentale di perle che venivano in mente dopo che te ne sei andato, dalla tripletta con l’Atalanta nel ’90, al gol del 3-1 nel match scudetto di Napoli 1988, la rete alla Juventus a Milano dopo un amen di minuti, l’altra quaterna al Vitocha nella tua prima gara di Coppa Campioni a San Siro, un gol a Cesena al 90′ da vero ariete, un altro col Cagliari lo stesso anno dove eri sembrato Stenmark, e un altro ancora al Napoli in un 3-0 umiliante… Sono stati 125, alla fine, ricordateli tutti.

45) Quando sei venuto giù per la partita di addio di Albertini, ti sei sforzato per stare in campo almeno un quarto d’ora e in quel quarto d’ora, su puntuale, perfetto cross di Evani, hai fatto un gol da Cigno. Di testa, in tuffo, ovviamente sotto la curva. E la gente a diventare scema.

46) Tutte le volte che si è detto e scritto che venivi ad allenare il Milan e al pensiero “mah, sarà una buona scelta?” si sovrapponeva in tempo reale un “chi se ne fotte, grande, torna Marco

47) Quei due secondi due di chiusura della bocca dello stomaco quando abbiamo letto che smettevi di allenare per “gravi problemi di salute”. Non era vero, per fortuna: ma la depressione è una brutta bestia lo stesso.

48) Quando vieni ancora a Milano e passi dallo stadio, con la gente in tribuna che si gira, si alza e ti applaude. Ma chi ti dimentica.

49) Quel giro di campo con la giacchetta di renna in pieno agosto, da vero sfigato olandese. Guarda te se uno deve piangere per uno sfigato olandese.

50) Grazie Marco per esserci stato ed esserci ancora. Hai la dimensione del sogno. Senza di te sarebbe stata tutta un’altra cosa. Tantissimi auguri per i tuoi meravigliosi 50 anni. Quando vieni a trovarci?

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