Un 2015 per tornare a sognare

Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport e collabora con CalcioMessina.it. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.

Un anno triste, un anno con poche soddisfazioni, un anno al termine del quale bisogna solo prendere nota e cercare di voltare al più presto pagina. Un nuovo capitolo da poter scrivere in una maniera diversa, un inchiostro più colorito, uno di quelli che copra in fretta quello sbiadito degli ultimi dodici mesi. Il 2014 che sta volgendo al termine resterà uno dei peggiori anni dell’intera gestione berlusconiana al Milan e questo già basterebbe a descrivere il passato recente, il presente ed il futuro prossimo del club più titolato al Mondo.

Sono tempi difficili per chi nella sua storia ha vinto sette Champions League ed ora è costretto a sognare in un ritorno dalla porta di servizio. Ma tant’è. La difficile congiuntura economica del nostro Paese e qualche scelta sbagliata costringe il Diavolo a dover fare di necessità, virtù e suggerisce una parsimonia adeguata al contesto in cui si è costretti a guardare. Si apre un nuovo anno in cui le ambizioni sono poche, le speranze tante, i sogni ancora di più. Chi segue il Milan da sempre e conosce lo spirito e l’orgoglio di essere rossoneri, sa che il timone è in buone mani, sa che difficilmente si potrà andare peggio. E quanto vale una vittoria a mani basse contro la favorita per il terzo posto (Napoli) e un pareggio più che dignitoso in casa della squadra più forte del torneo (Roma)? In questo momento tantissimo.

Il vero milanista si rivede nel suo condottiero, quel Pippo Inzaghi che ha dato la vita per questi colori, che non è mai sceso a compromessi che non riesce a vivere senza il Milan e l’affetto dei suoi sostenitori. Non bisogna illudersi e sperare che presto la squadra sarà in grado di lottare di nuovo per ciò che la sua storia le impone, ma rispetto a dodici mesi fa, il tifoso rossonero può andare a letto con un sorriso in più. Non basterà credere nei sogni, ma sarebbe già un buon punto di partenza. Un anno fa mancava un gruppo, mancava un’identità, mancava una squadra. Oggi, tutto questo, sembra esserci.

Il 6 gennaio riparte una stagione iniziata con tanta diffidenza, continuata con un po’ di ostilità, ma proseguita con un po’ di luce in fondo ad un tunnel che sembra sempre più vicino dall’essere superato. Il ritorno in Champions resta un sogno, ma non è mai stato così vicino. Tornare a casa dovrebbe essere un obbligo, soprattutto per chi ha sempre sentito quel profumo, ha stabilito record e regalato gioie incredibili. Il mercato potrebbe dare una mano, ma lo spirito di un gruppo che sembra sempre più unito, resta il segreto da cui bisogna ripartire. Dimenticando gran parte del 2014.

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