ElShaa e il Milan, è il momento di (ri)alzare davvero la cresta

Ieri si sono scatenate alcune voci di mercato riguardanti uno dei prezzi pregiati dell’attuale rosa a disposizione di Pippo Inzaghi. Molti organi di stampa, infatti, hanno parlato del possibile scambio di mercato tra Milan e Borussia Dortmund, con Stephan El Shaarawy e Ciro Immobile che sarebbero destinati a fare il percorso inverso rispetto al loro attuale club di appartenenza. A meno di un mese dall’inizio della sessione invernale di calciomercato, certamente una notizia di questa portata può essere classificata solo sotto la voce “fantamercato”, ma il fatto che non siano ancora arrivate smentite ufficiali, può essere considerato come un indizio, anche se non sufficiente a fare una prova. Per ora, comunque, è impensabile pensare ad un Milan che voglia privarsi del Faraone già a gennaio, ma a Milanello si aspettano certamente di più dal numero 92.

Dopo una stagione passata quasi interamente in infermeria, che gli è costata anche il Mondiale brasiliano, questo per Stephan doveva essere l’anno del riscatto, la stagione in cui dimostrare che il vero Faraone fosse quello ammirato nella prima parte del 2012/2013. Fin qui, però, El Shaarawy è stata davvero poca cosa. Un gol a Genova contro la Samp, tanto sacrificio, tanta corsa e poco altro. Si impegna, fa il suo, ma non riesce ad essere decisivo come tutti si aspettano e pretendono da lui. Inzaghi, dopo avergli fatto assaporare un po’ di panchina tra settembre ed ottobre, ha deciso di puntare forte su di lui, perché lo stima, perché lo ritiene fondamentale per il suo gioco (il 4-3-3 è disegnato ad arte per l’attaccante italo-egiziano). Anche il presidente Berlusconi ogni venerdì, nella sua visita alla squadra, non perde occasione per stuzzicare il talento ex Genoa e per dargli i giusti consigli.

Il Milan, insomma, crede nel Faraone, ma ora ha bisogno del suo aiuto. Troppo poco fin qui è stato quel gol realizzato più di un mese fa a Genova, che sembrava aver sbloccato il calciatore.La rete incredibile fallita nel derby, invece, è stato il segnale che qualcosa ancora non era cambiata. Dopo la sfortuna, dopo la difficile convivenza (almeno dal punto di vista tattico) con Balotelli, dopo le panchine, ora il 22enne rossonero sta bene, ma deve dimostrarlo sul campo e tutti si aspettano che sia decisivo. Magari, e ce lo auguriamo tutti, già da domenica contro il Napoli, squadra che due anni fa segnò la sua definitiva (momentanea) esplosione con quella formidabile doppietta al San Paolo.

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