Tutti uniti, con Pippo al timone. Ma il vero limite rimane l’attacco

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Dopo aver sostenuto la candidatura di Inzaghi fin dal lontano 18 marzo scorso, prima della positiva striscia di risultati che i più attribuiscono a Seedorf, non ho esitato a criticare Pippo un mese fa, quando gli chiedevo di scegliere e sbagliare con la propria testa non con quella degli altri. Inzaghi ha ricominciato a far giocare la squadra come voleva lui, con Menez punta centrale e la vittoria sull’Udinese (la stessa che 7 giorni dopo avrebbe espugnato San Siro) è stata la partita più bella dell’anno.

Adesso però, leggo e sento che la sconfitta di Genova ha sollecitato critiche nei confronti del nostro allenatore. C’è chi lo giudica inadeguato. Mi oppongo con tutte le forze. Inzaghi è un bravo allenatore ma non può fare miracoli. La squadra è “finalmente” una squadra, ma non una “grande” squadra, questo l’abbiamo sempre detto. Purtroppo dobbiamo abituarci a questa nuova dimensione, e non solo per quest’anno. Dobbiamo capire che spesso i proclami dei nostri/e dirigenti sono più a uso e consumo dei potenziali investitori che figli di una reale valutazione critica. Non c’è niente di male ad ammettere che non siamo più uno squadrone e che abbiamo grossi, evidenti limiti. Ma questi limiti non possono diventare “colpe” dell’allenatore. Chi ama davvero questi colori non smette di fare il tifo perché invece di lottare per lo scudetto si gioca per un piazzamento in Europa. Il massimo a cui può ambire questo Milan è la caccia al terzo posto, cosa peraltro non impossibile visti i problemi delle altre concorrenti, cioè Napoli e Inter.

E allora, in una stagione mediocre ci sta di perdere a Genova contro la terza in classifica e per giunta, una delle squadre più in forma del campionato. Oltretutto non abbiamo perso prendendo una “bambola”, ma abbiamo fatto la nostra onesta partita, dove abbiamo anche sfiorato il gol. Chi si illude che il Milan possa andare a Marassi a dettar legge non ha ancora capito che tipo di squadra e che tipo di campionato sta vivendo. Dicevamo di “gol sfiorati” ed è proprio questo il più evidente limite di questa squadra. Non il portiere, tutto sommato bravo e affidabile. Non la difesa che continua a cambiare interpreti ma ha ormai trovato la sua quadratura e non balla più come a inizio campionato. Non il centrocampo dove oltretutto finalmente è tornata la “testa pensante” cioè Riccardo Montolivo.

Il vero limite è l’attacco dove, al di là di ruoli e posizioni, non abbiamo un bomber che abbia nei piedi 15 gol. E’ qui che si concretizza il vero passo indietro rispetto alla scorsa stagione. Questo mi fa dire che in attacco ci siamo indeboliti, non rinforzati. E’ vero è arrivato l’ottimo Menez, ma non può bastare. Al suo posto sono partiti Kakà, Robinho e Balotelli, cioè i giocatori più tecnicamente dotati della rosa. Sono partiti per motivi meramente “ECONOMICI”: è bene metterselo in testa. Il (giustamente) criticatissimo Mario è quello che in mezzo a tutte le sue follie è riuscito comunque a segnare 19 gol in una stagione da buttare. Siamo sicuri che quest’anno ci sarà un attaccante da 19 gol? Io non credo. Il vero errore è stato sostituire Balotelli con Torres, praticamente inutile. E ora bisognerà correre ai ripari sul mercato. Piuttosto riportandosi a casa il caro e vecchio Matri, troppo frettolosamente cacciato in prestito prima a Firenze e poi a Genova. Sicuramente non è Van Basten, ma a zero euro è difficile trovare di più. Per quanto riguarda Torres speriamo che Galliani si inventi un altro capolavoro dei suoi e riesca a girarlo all’Atletico Madrid. Tornando a casa, forse potrebbe minimamente rigenerarsi. Glielo auguriamo perché è una brava persona e un ottimo professionista. In cambio, magari il Milan potrebbe a sua volta rigenerare qualcuno della squadra di Simeone…

Senza aggiungere altro ci prepariamo a questa doppia difficilissima sfida contro Napoli e Roma e a un mercato dove molti partiranno e qualcuno arriverà, ma tutto rigorosamente a zero euro. Motivo per cui non bisogna illudersi pensando a piogge di milioni che non ci sono. In questo senso è opportuno calibrare i messaggi arrivati ai tifosi a proposito del rinnovo con Fly Emirates. I 100 milioni sono spalmati in 5 anni, perciò 20 all’anno. Contro i 15 annui dell’attuale sponsorizzazione araba. Si tratta quindi di 5 milioni all’anno in più. Niente male se si pensa al momento critico del calcio italiano e della nostra economia. Ma, purtroppo, sufficienti solo per pagare il cartellino di un medio giocatore. Per esempio ad agosto il solo Bonaventura è stato pagato 5 milioni. Tutto fa brodo e quindi speriamo di avere tanti altri miglioramenti come quello di Fly Emirates. Ma la vera “svolta” dal punto di vista economico sarebbe tornare in Champions League, quella è una svolta da 30 milioni. Per essere certi di arrivarci però ci vuole tutta un’altra squadra. Che adesso non abbiamo. E allora siamo il classico cane che cerca di mordersi la coda. Speriamo di raggiungerla prima di Inter e Napoli. Tutti uniti e con Pippo al timone.

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