L’ira di Berlusconi, Inzaghi nella bufera. Ora la Lazio è cruciale…

Inzaghi sotto tiro, una squadra senza idee. E San Siro fischia. Si riassume così la prima pagina di stamane de La Gazzetta dello Sport, analisi profonda della crisi Milan e dell’ira di Berlusconi. San Siro, per i pochissimi tifosi presenti allo stadio, quasi come il salotto di Arcore, dove Silvio e Barbara ieri hanno visto (e basta) da lontano la condanna di Denis per lo 0-1 meritato dell’Atalanta.

E adesso? Questa è la domanda del presente rossonero a cui rispondere presto con chiarezza. Inzaghi è il primo imputato perché nel calcio si sa, vuoi o non vuoi, è sempre colpa dell’allenatore. La linea della società al momento non sembra così grave rispetto all’opinione pubblica: nessun commento ufficiale, meglio il silenzio, ma dall’ambiente, secondo la Rosea, filtra arrabbiatura monumentale e delusione dinnanzi alla quarta sconfitta casalinga e al secondo stop del 2015. Non ci sono ultimatum né gare da vincere ad ogni costo, ma è evidente che la qualificazione in Coppa Italia (martedì 27 gennaio) con Lazio diventa uno snodo cruciale. Berlusconi è stupito, incredulo, quasi scioccato per lo spettacolo talmente deprimente da non poter essere vero. Questo non è il Milan. Nelle scorse ore ci sono stati dei contatti telefonici tra le parti, i quali hanno evitato processi ma scoperto uno punto fondamentale: troppi giocatori stanno rendendo molto meno di quello che potrebbero. A Berlusconi e Adriano Galliani il compito di individuare il colpevole.

Oggi lo stesso AD sarà a Milanello per la ripresa (senza punizioni) degli allenamenti in vista della Lazio in campionato, sabato alle 20.45 all’Olimpico. Sicuro un confronto con lo spogliatoio e possibile un summit ad Arcore nel pomeriggio. Pippo si butterebbe in campo per risolvere i problemi del Milan, ma non basterebbe mai.

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