Non ripetiamo l’errore di un anno fa: Pippo deve continuare

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La situazione è delicata, ma in questi casi non bisogna cercare un colpevole in modo che tutti si sentano colpevoli. Per questo motivo l’errore più grande sarebbe esonerare Pippo, anche se sicuramente di responsabilità lui ne ha. Ma il primo ad ammetterlo è lo stesso Inzaghi, che non si nasconde e probabilmente sa che cosa c’è da fare. In un processo di crescita, personale come allenatore e globale come squadra, i periodi come questo ci possono essere. E’ quasi inevitabile. L’importante è non mollare proprio adesso, nel baratro delle difficoltà. Esonerare Pippo sarebbe come dare l’ennesimo alibi a questa squadra, che non è fenomenale, ma nemmeno così scarsa. Che non è pagata da Dream Team ma comunque ha il terzo monte ingaggi della Serie A. Esonerare Inzaghi significherebbe dire a Menez: “Non è colpa tua se abbiamo perso contro l’Atalanta”.

E alla prossima partita Menez farà un altro colpo di tacco, perderà palla e si incazzerà col compagno invece che rincorrere l’avversario che va verso la nostra porta. La soluzione è invece metterlo in panchina in modo che capisca. Ovviamente Menez è solo un esempio. Un esempio che vale per tutti. Anche per quelli che litigano sulla posizione in campo invece che collaborare tra loro. Probabilmente alla base di tutto questo c’è un allenatore che ha usato troppa carota e troppo poco bastone. Ma probabilmente fa parte anche questo della sua inesperienza e del suo processo di crescita. In momenti come questo è meglio tirare il fiato e pensare mille volte prima di prendere qualsiasi decisione avventata.

A un anno di distanza, come dicevamo su queste pagine, tutti avranno capito che licenziare Allegri è stato un errore madornale. In campionato eravamo decimi e alla fine siamo arrivati ottavi. Abbiamo speso tantissimo per Seedorf e siamo poi stati costretti a spendere pochissimo per il nuovo allenatore. La squadra era mediocre come questa ma giocava decisamente meglio (a Sassuolo abbiamo fatto 3 gol, preso 3 legni e creato una marea di occasioni). E poi eravamo agli ottavi di Champions, chissà quando ci ritorneremo. A un anno di distanza scopriamo che Allegri è primo in classifica e noi? Eppure tutti i tifosi, Berlusconi in primis, volevano cacciarlo considerandolo colpevole di tutto.

A un anno di distanza non commettiamo lo stesso errore. E non pensiamo di risolvere i nostri problemi col mercato, tanto quelli buoni davvero non abbiamo i soldi per prenderli. Al Milan il mercato e gli allenatori non li hanno mai scelti i tifosi, come invece accade dall’altra parte del Naviglio. Almeno su questo continuiamo a distinguerci. E se abbiamo un progetto in cui crediamo portiamolo avanti. Se possibile tutti uniti, società, staff tecnico e giocatori.

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