Diego Lopez: “Tornare in Europa è una necessità. Non siamo inferiore a nessuno. Su Torres…”

Lunga intervista rilasciata da Diego Lopez ai microfoni di Sky Sport. Il portiere del Milan non ha dubbi sul primo obiettivo del 2015: “Sentiamo l’obbligo di tornare in Europa e in Champions, nell’ultima settimana di campionato con 4 punti tra Roma e Napoli abbiamo capito che non siamo inferiori a nessuno, e psicologicamente abbiamo raggiunto la consapevolezza di essere da terzo posto“. “Il bilancio è positivo, sono molto felice in questo club e in questa squadra, speriamo tutti che questa possa essere una grande stagione – ha spiegato l’estremo difensore -. Dobbiamo migliorare qualcosa ma siamo in linea con i nostri obiettivi. Il Milan è un grande club, una grande organizzazione con tanta storia, che speriamo possa tornare ad essere grande e nel posto dove merita di stare”. “Tornare in Europa è una necessità– ribadisce -. Abbiamo tutto per lottare un giorno per scudetto con Roma e Juventus, è questione di tempo, dobbiamo lavorare per migliorare. Non ho visto differenze con le altre squadre. Dobbiamo essere regolari, credere in noi stessi, non siamo inferiori a nessuno. E serve un pizzico di umiltà, saper soffrire”.

E ancora: “Noi giocatori dobbiamo insistere, ma non pensando al 31 maggio. Dobbiamo pensare partita dopo partita, i prossimi due mesi saranno fondamentali“. Su Filippo Inzaghi: “Ha vinto tanto, è un grande professionista ed ha tutta l’esperienza per diventare un grande allenatore”. E riguardo al connazionale Fernando Torres: “E’ un grande professionista, ha lavorato molto per lui e la squadra, ma in campo non è andata bene ed è arrivata questa decisione condivida da lui e dal Milan. Da amico, gli auguro il meglio. Il gruppo perde un uomo con caratteristiche umani e professionali formidabili. Lui è un grande fan dell’Atletico, è la sua vita, per lui è bello tornare a casa, sente quei colori e farà di tutto per tornare di nuovo grande“. Infine parole sul Real Madrid: “Mi sono sentito partecipe nonostante il titolare fosse Casillas, ma ero parte della rosa. Con Casillas il rapporto era di lavoro, normale”. 

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