Gennaio nero, allarme rosso: Diavolo, è stato un mese d’inferno

Il 2014 si era chiuso in crescendo per il Milan. La vittoria contro il Napoli e il pareggio contro la Roma, lasciavano ben sperare sia Filippo Inzaghi che la società rossonera. Proprio la partita contro i giallorossi doveva essere quella della svolta per la stagione del Diavolo: giocarsela alla pari contro una delle concorrenti per lo scudetto, doveva essere un segnale più che positivo per iniziare alla grande il 2015. E così è stato: a Dubai, durante la preparazione nella sosta natalizia, Milan-Real Madrid 4-2. Ecco il secondo segnale. Passa solo una settimana, arriviamo al giorno dell’Epifania e alla ripresa del campionato i rossoneri si trovavano contrapposti al Sassuolo.

In campo però non entra il vero Milan e gli emiliani la spuntano a San Siro per 2-1. Il segnale si trasforma quindi in allarme, un allarme che è diventato sempre più forte con il passare delle partite. La sconfitta contro la squadra di Di Francesco ha dato il via ad un gennaio nero, forse anche più nero di quello del 1941. Un gennaio senza vittorie, proprio come settantaquattro anni fa. In quell’occasione furono tre pari ed una sola sconfitta, mentre nel 2015 tre ko ed un misero pareggio. Per gli amanti dei numeri, il Milan ha perso contro l’Atalanta per 1-0, contro la Lazio per 3-1 e ha pareggiato contro il Torino per 1-1. L’allarme continua incessantemente a suonare, tanto che Inzaghi è stato spesso messo in discussione.

La fiducia della società sembra non mancare, nonostante la sconfitta in Coppa Italia contro la Lazio e la conseguente eliminazione dal torneo. Il ko contro i biancocelesti sancisce il definitivo addio all’ultimo obiettivo stagionale rimasto al Milan, poiché il terzo posto è ormai lontano dieci punti e le squadre in corsa sono troppe per sperare di centrare la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Se non fosse per la timida vittoria contro il Sassuolo in Coppa Italia, questo mese di gennaio sarebbe stato un vero e proprio incubo per Inzaghi. Sfortunatamente per il tecnico rossonero, l’allarme che continua a suonare nella sua testa non è la sveglia dell’Epifania e questo non è un brutto sogno.

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