Abatantuono: “Inzaghi è un neofita, ma la colpa è della dirigenza”

Intervistato da Mi-Tomorrow, Diego Abatantuono ha parlato dell’attuale situazione rossonera. Queste, in merito, le sue dichiarazioni: “Il tema è la meritocrazia: chi fa tanti gol va in Nazionale, chi li evita diventa il portiere titolare e chi, allenando varie squadre, mette da parte una certa esperienza e dimostra di saper far giocare le squadre, fa l’allenatore. Sennò, tutti potrebbero farlo: in primis, le centinaia di migliaia di ex giocatori, anche grandi“.

Nello specifico, su Inzaghi: “Inzaghi non ha colpe. Anzi, Inzaghi, purtroppo, subirà questa cosa: se l’avessero fatto maturare un po’ di più, magari le cose sarebbero poi state diverse. Le responsabilità, a monte, sono della società: l’errore di base è stato quello di non capire che la filosofia della squadra sarebbe dovuta cambiare, quando ci si accorse che c’erano problemi economico-gestionali e che non si sarebbero potuti più tenere-acquistare i grandi giocatori“.

E ancora: “Ci voleva un allenatore di esperienza, che sapesse dare un’idea di gioco alla squadra, valorizzando i giocatori a disposizione, anche giovani da far crescere. E invece, sono arrivati prima Seedorf, poi Inzaghi, entrambi neofiti della panca. E i giocatori che qui sembrano brocchi, vanno altrove e fanno i fenomeni. Come Niang…”.

Su una possibile cessione della società: “Dipende da chi la prende. I casi sono tre: o Berlusconi non ha più i soldi, o li ha ma non li vuole spendere, oppure non si vuole più occupare della cosa, vista l’età avanzata, e chi per lui dovrebbe farlo non è forse ancora all’altezza. Io, più che parlare di cessione, farei un blitz: assolderei gli osservatori di squadre come Udinese, Palermo o Chievo. Poi prenderei un allenatore in funzione dei giocatori che ho e imposterei una squadra per arrivare a metà classifica, senza dichiarare posizioni irraggiungibili“.

Sulle alternative: “In caso contrario, si fa la figura di quelli vestiti da gran sera ma che sotto hanno il papillon con l’elastico e soltanto la pettorina della camicia. Questo, oggi, è il Milan”.

 

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