Silvio, silenzio pericoloso

Che qualcosa in casa Milan si sia (definitivamente?) inclinato lo si nota dalle visite di Silvio Berlusconi a Milanello. Quando le mancate presenze iniziano a fare più notizia delle precedenti visite, mai così frequenti nella storia rossonera, allora ecco i primi campanelli d’allarme. Perché ciò che si dice di Berlusconi è vero: quando Silvio inizia a non avere più tempo per qualcosa è perché sotto sotto la ritiene già vecchia. Nella storia recente del Milan è capitato prima con Allegri, poi con Seedorf, infine adesso con Inzaghi.

Da agosto a gennaio, quando la squadra cavalca l’onda dell’entusiasmo del suo tecnico e del presidente, Berlusconi si presentò a Milanello 21 volte. Ventuno venerdì pomeriggio che il numero uno rossonero si è recato personalmente nel centro sportivo di Carnago per dare incoraggiamento alla squadra in vista delle partite di campionato. E i poteri taumaturgici di Berlusconi si sono visti: squadra pimpante e allenatore saldo in panchina alla conquista di un piazzamento in Europa. Poi, sgranati gli occhi e presa coscienza del nuovo anno, tutto si è spento e anche Berlusconi adesso inizia a disertare le visite a Milanello. Nelle ultime cinque settimane, infatti, una sola visita, quella prima del Parma. Assenze ufficialmente per “impegni personali”, anche se qualcuno pensa per “fiducia a tempo determinato” concessa al tecnico rossonero.

Venerdì scorso, il 20 febbraio, c’erano da celebrare i 29 anni esatti di presidenza Berlusconi e l’assenza fu improvvisa quanto rumorosa. Oggi, per motivi diversi, il finale è stato lo stesso. Inzaghi predica fiducia in conferenza stampa (“Mi ha chiamato alle 10.00. Lo ringrazio tanto, ci sta dimostrando tanto affetto. Domani speriamo di vincere per lui”), però il tempo e le assenze (in)giustificate iniziano a diventare tiranno.

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