Van Ginkel è “Million Dollar Baby”: o sempre in campo o il Milan paga

Boccata d’aria per il Milan l’ultima gara col Cesena. Buona, non ottima. Ancora molto da lavorare, ancora molto da affinare, specialmente nella zona nevralgica del gioco: il centrocampo. Il roster è quello che è, e sul mercato si è deciso di non intervenire se non aggiungendo ali più utili alla fase offensiva che alla disciplinata tecnica della fase di impostazione. Se capitan Montolivo continua a dare scostanti prestazioni, l’altro elemento di geometria nella nostra rosa è Marco Van Ginkel.

Il giovane olandese, ricordiamolo, è stato vittima di due pesanti infortuni che ne hanno condizionato la sua esperienza rossonera: il primo infortunio alla caviglia arriva il 23 settembre nella gara con l’Empoli e lo tiene fuori una ventina di giorni, ma solo grazie alla sosta delle nazionali il centrocampista salta due sole gare; il secondo, durato circa un mese, sempre alla caviglia, lo costringe alle vacanze natalizie da degente. La sua sfortuna è condita, però, con 6 presenze tra A e Tim Cup mai veramente degne di nota.

Attualmente, quindi, l’unico elemento a sua disposizione per pretendere, come già fece tramite il suo procuratore, di vedere di più il campo è quella clausola pattuita col Chalsea al momento del trasferimento. Più gioca meno il Milan deve pagare per il prestito oneroso. Un milione è il prezzo fissato, ma qualora Van Ginkel giocasse 20 gare in rossonero il prezzo del ragazzo si dimezzerebbe, e andrebbe a 500 mila euro.

Facendo due conti però sorge un dubbio: fuori dalla Coppa Italia, unico nostro impegno extra, e con 14 giornate di campionato rimanenti, si è deciso di pagare l’intero prezzo per il prestito di Van Ginkel? A fronte delle 6 presenze già citate, per arrivare alle 20 che fanno scattare la clausola mancano proprio le sole 14 giornate di Serie A rimanenti. Ora sta ad Inzaghi se dare una mano alla società a far pagare di meno quello che si rivelerebbe uno dei più grandi flop in rossonero tra i giovani passati.

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