Comandini, dal calcio al mondo alla sua Cesena

Dal campo da calcio alla consolle da Dj il passo non è breve, ma per Gianni Comandini è stato quello giusto per esprimere se stesso ed essere felice. Ex attaccante di Milan e Cesena, che si sconteranno domenica sul campo di San Siro, Comandini è passato dalle maglie del Cesena, Vicenza e Milan, dove ha segnato solo 3 gol, 1 un Champions e due indimenticabili nel derby del 6-0 rossonero. “Quella partita ha rappresentato per me l’emozione calcistica più grande. Ancora oggi mi fermano per quella doppietta, è la cosa che la gente più ricorda di me” ha confessato il giocatore a Corriere Tv.

Sul momento della sua ex squadra, ha invece affermato: “Io credo poco alle grandi squadre in crisi, ma è vero che il Milan sta attraversando un momento difficile mentre il Cesena sta affrontando forse quello migliore della sua stagione”. Dopo la parentesi rossonera Comandini è stato venduto all’Atalanta per 30 miliardi, uno degli acquisti peggiori che il club bergamasco abbia fatto, in 4 stagioni infatti ha siglato solo 9 gol: “Era un calcio molto diverso, era un altro mercato ed il momento economico era diverso. Giravano cifre che oggi sembrano strane”. A 28 anni Comandini dice addio al calcio e appende gli scarpini sostituendoli con uno zaino: “L’ambiente era bello ed emozionante ma anche poco umano. Questo fu uno dei motivi che mi portò alla decisione di lasciare, non mi sentivo più a mio agio. Grazie al calcio ho girato il mondo ma sempre in ambienti controllati, io avevo la curiosità di vedere cosa c’era fuori da questo ambiente. Compravo il biglietto per il volo, prendevo una guida e lo zaino e partivo, improvvisavo. Dormivo ovunque, anche negli ostelli o in spiaggia, ero quello che volevo. Sono stato in Brasile per sei mesi, Puerto Rico, Panama, un anno in Messico, in Australia, Fiji, Nuova Zelanda. Il surf è diventato il mio hobby, a differenza del calcio non ci sono regole, è uno sport che vuol dire libertà“.

Dopo tanta strada tuttavia il richiamo di casa è stato più forte e Comandini è tornato a casa. “Ho viaggiato tantissimo ma poi, alla fine, sono tornato a quella che era la mia passione da ragazzino: la vita del Dj. Lì – ha spiegato – ho potuto riassaporare il gusto del rock che ho sempre amato: AC/DC, Red Hot Chili Peppers, qualche spruzzata di Queen. Tutto molto classico, lascio a quelli bravi la possibilità di andare nelle nicchie”. Comandini, insieme ad alcuni amici, ha ristrutturato un teatro dell’800 per trasformarlo nel suo futuro, ora segue il suo locale e si diverte a mettere dischi e a chi gli chiede se il calcio gli manca e giocatori come Totti, più vecchi di lui, ancora giocano la sua risposta è semplice: “Totti è più vecchio di me e gioca ancora? E’ vero, ogni tanto ci penso. Ma penso anche che la vita sia fatta di cicli: per qualcuno, come Totti, il calcio è una parte importantissima; per me, invece, è stata solo una parentesi: bella e indimenticabile, ma solo di una parentesi si è trattata. Sono comunque riconoscente a questo mondo perché mi sta permettendo di vivere oggi la vita che avrei voluto vivere, senza far mancare niente ai miei due figli. Se mi chiederanno cosa fare da grandi, gli consiglierò di diventare surfisti”.

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