Tavecchio a tutto campo: “Conte resta in nazionale. Si alla goal-line e alla serie A a 18 squadre”

Carlo Tavecchio è intervenuto ai microfoni di “Radio Sportiva” per parlare degli ultimi temi caldi del nostro calcio, in particolare della conferma del C.T. Antonio Conte, accostato a vari club, tra cui il Milan: “Le parole del commissario tecnico sono ampiamente illustrative della situazione. Conte ha detto che starà con noi alla faccia di qualcuno che pensava il contrario. Non c’era motivo di creare il polverone che si è creato, di creare una situazione molto precaria di cui non c’era necessità. Noi abbiamo fatto una grande sforzo per poter avere le sue prestazioni. E’ una persona che ci invidiano e noi gli affidiamo il meglio di quello che possiamo. Gli abbiamo affidato la “cantera” del nostro calcio perché ha possibilità di intervenire su tutte le nostre Nazionali azzurre”.

Il presidente della FIGC ha poi confermato l’utilizzo della goal line technology per la stagione 2015-2016: “Partirà la stagione prossima, non partiranno le altre cose perché la FIFA ancora non ci ha risposto. Venerdì di questa settimana in Assemblea di Lega a Milano le società di Serie A con ogni probabilità delibereranno di adottare la tecnologia sul gol”.

Nelle ultime ore hanno fatto rumore le parole del presidente laziale Lotito che ha richiesto il sorteggio integrale dopo la prestazione, secondo lui negativa, di Gervasoni in Lazio-Genoa. Un argomento che sarà trattato come conferma Tavecchio: “Gli arbitri sono oggetto di qualche critica, ma fare l’arbitro è il mestiere più brutto e più difficile del mondo. Io sono dell’avviso che gli arbitri sono sempre in buona fede, poi gli errori ci possono stare. La Figc non può non difendere l’Aia che è nostro baluardo spero di onestà. Quello del sorteggio sarà una questione che sarà portata nelle sedi opportune. Il consiglio federale non interviene: prende atto delle segnalazioni”.

Ma la questione che più preme al presidente è quella sulla riduzione delle squadre nei campionati: “La riforma dei campionati è la prima da attuare. Portare la Serie A a 18 squadre e gli altri campionati conseguentemente. Ce la possiamo fare nella misura in cui i principi riformatori del CONI saranno rivisti, perché con una maggioranza del 75% com’è attualmente la normativa federale, è difficile portare questa riforma a regime. Il campionato a 20 squadre crea delle situazioni anacronistiche. Non si possono fare stage, crea ingorghi di altra natura, produce soggetti che sono difficilmente recuperabili con i costi gestionali in atto”.

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