Anche il bilancio piange: perdite per quasi 100 milioni. E non solo…

Ma la politica di austerity non doveva portare una sensibile boccata d’ossigeno nelle casse del Milan? La domanda sorge spontanea vista l’immobilità della società in sede di calciomercato, con investimenti sempre più bassi e relativi successi sportivi che oramai somigliano più ricordo che ad una reale ambizione. Il 28 aprile il CdA del Milan si riunirà per approvare il bilancio relativo all’anno solare 2014, ma le anticipazioni raccolte da diversi organi di stampa lasciano sgomenti: la società rossonera non naviga in acque sicure e le voci di un cambio di proprietà sono l’inevitabile risultato di una gestione del club scellerata. Andiamo nel dettaglio.

Il bilancio consolidato del Milan relativo all’anno 2014 si chiuderà con una perdita di 91,28 milioni di euro, la più alta mai registrata nella storia del club. I conseguenti debiti finanziari ammontano a 246,8 milioni, dieci in meno rispetto ad un anno fa. Ma ciò che più deve spaventare i tifosi rossoneri sono i ricavi della società, da sempre leader italiano in ambito commerciale: 254 milioni i ricavi nel 2013, 224 quelli relativi al 2014. Un netto calo spiegabile parzialmente da una svalutazione del brand in assenza di competizioni europee capaci di attirare capitali e investitori stranieri, ma dovuto soprattutto ai mancati introiti derivati dai diritti televisivi in campo nazionale e internazionale. E se il costo del personale è in continuo aumento (154,7 milioni, tre in più rispetto al 2013), preoccupano le spese per i tesserati, 140,8 milioni pari al 62,9% dei ricavi totali. Una voragine difficilmente sanabile con l’attuale politica societaria rossonera che deve anche tenere conto, adesso, anche del canone di locazione per le spese di Casa Milan, 2,32 milioni annui essendo di proprietà di Vittoria Assicurazioni.

Ma le cessioni estive? Ininfluenti. I 20 milioni relativi al trasferimento di Balotelli al Liverpool, in virtù degli ammortamenti, hanno portato un guadagno di 4,33 milioni, mentre la plusvalenza più alta è rappresentata dalla cessione di Cristante al Benfica (4,84 milioni). Ma il tutto viene compensato dalla minusvalenza di Constant (-3,32 milioni) e Kakà (333 mila euro per “svalutazione dei diritti”). Non solo il campo, ma anche il bilancio rossonero piange.

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